Alis

Ottimo brano rock declinato al femminile Appartengo alla luna di Alis. La nostra arriva al secondo singolo presentando un brano in pieno stile hard rock. Dentro, come riferimenti c’è buona parte dell’universo delle rriott girls anni ’90. Ci sono le Hole, c’è Anouk, Guen Stefany periodo No Doubt, c’è Joan Jet. Altisonanti riferimenti per una canzone che esce dagli schemi cantautorali classici. Il singolo apre subito mettendo le carte in tavola. Nessun compromesso. Il testo, come asserisce la stressa artista: racconta le difficoltà di non riconoscersi nella propria pelle e la conseguente ricerca di una dimensione senza identità. La luna è vista come un rifugio e un obiettivo da raggiungere per evadere dalla realtà circostante apparentemente distorta. Allo stesso tempo è anche un brano che abbatte gli schemi al fine di vivere senza paure ed essere chi si vuole essere. L’andamento è mid tempo su una base che resta sempre tesa, piena, distorta. Coinvolgenti i crescendo che si alternano evidenziando il ritornello melodico. Ottima la scelta di suoni. Duri quanto basta per creare un wall of sound ma allo stesso tempo orecchiabili. Una menzione va all’interpretazione della nostra. Carica, grintosa, passionale. Una voce che spicca per intensità e padronanza. Sempre ben dosata senza lasciarsi andare a tecnicismi inutili. Senza filtri.

Come sempre un solo brano non è sufficiente per avere e dare un punto di vista che sia esauriente. Quello che si può fare al momento è apprezzare la canzone ascoltandola a tutto volume, cantarla a squarciagola dopo il primo ascolto e fregarsene dei lamenti dei vicini. Tutto in attesa del disco completo.

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