centocarie

È assodato da tempo che i tempi radiofonici imperano imponendo agli artisti precisi margini di durata dei brani. Ma da qui a fare brani di poco più di due minuti, ne passa. La domanda è cosa si riesce a dire in due minuti che sia incisivo sia a livello di testo sia musicale. È il caso di Centomilacarie ed il suo nuovo singolo, Parlami di+. Due minuti e 15 di canzone.

Il tempo di premere play sul lettore che è finita. Detto ciò. Stilisticamente il brano è orientato verso il versante indie contemporaneo. Non si può fare una ‘valutazione’ dal punto di vista compositivo perché la canzone non offre molti spunti. Il testo? Parla d’amore. Una storia finita male. In due minuti non può esserci profondità di analisi neppure del sentire più superficiale. Il nostro di certo ha delle qualità, ma non emergono né da questo brano, né dagli altri precedentemente pubblicati.

Lo stile è il medesimo. Come si suol dire, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Il mio punto di vista è attendere l’album completo per avere un’idea più precisa delle qualità dell’artista. Una volta la brevità era d appannaggio del punk o del grindcore. C’è chi ha scritto una canzone da 3 secondi, ma si chiamavano Napalm Death.

La curiosità può vincere sulla durata del brano, ma dubito qualcuno possa ricordare qualcosa di ciò che avrà sentito.

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