MaverixOpera senza titolo

Fondete Cramps, Blink182, Ramones con un pizzico di psychobilly e una spruzzata di southern rock, Indicativamente, la miscela che otterrete saranno i MaveriX e il loro Cowpunk. Nome nomen, dicevano i latini, e mai come in questo caso, il detto è più che calzante. Cowpunk è il solo termine che possa davvero descrivere l’opera dei nostri. Nonostante la giovane età come band, i Maverix sono riusciti a produrre un disco maturo, senza incertezze, con le idee ben chiare.

Quella che domina è la ‘semplice’ voglia di suonare. Al di là dei limiti di genere. Brani diretti, saltellanti, con moltissimo groove e ritornelli assassini. In poco meno di tre minuti di durata, le canzoni riescono a coinvolgere, a trascinare l’ascoltatore. Obiettivo non semplice da ottenere. Quello che colpisce è anche l’eterogeneità del cd. Ora più punk, poi più psychobilly, più il là countryeggiante. Un prodotto solare, estivo, da party sulla spiaggia o serata scatenata in un pub. I cori, dal retrogusto Oi, portano ad una visione live perfetta. Tecnicamente non vediamo funambolismi. Mancano virtuosismi.

Ma c’è, in ogni caso, una perfetta padronanza degli strumenti e, soprattutto, del songwriting. I Maverix sono più che in grado di scrivere ottimi brani. Ogni canzone fa storia a sé. L’intro strumentale 8.6 è un brano teso, dominato da un andamento ritmato con chitarre crunch e basso in evidenza. Un connubio tra rockabilly e country. Con Josh Brolin si cambia atmosfera. Si fa sentire maggiormente l’anima più southern punk con ritornellone aperto.

La seguente Saddest of the bar è un omaggio al deserto, alla polvere, al country western d’autore. Ottimo il lavoro della voce che sa adattarsi perfettamente ad ogni contesto, oltre ad essere perfettamente inserita. Dopo una partenza cadenzata, il brano evolve aumentando la velocità e alternando i due momenti. Nessuna distorsione ipercompressa. I suoni sono sempre intellegibili. Spaghetty Hymn è un innegabile omaggio a Moricone. Arpeggio iniziale con tanto si fischio che introduce il riff portante. Accompagnamento minimale per sostenere l’atmosfera generale da Il buono il brutto il cattivo.

Finale esplosivo con un coro Oi da urlare a squarciagola. Cigar and Guns parte in accelerata per poi dare spazio ad un mid tempo carico di groove. Spezza il brano un momento psychobilly che reintroduce la strofa prima del finale in corsa. House in the mountains mette assieme il rock and roll degli anni 50 con il punk rock e il country. Sempre saltellante. Sweet Alberta è il brano più variegato.

Inizio in arpeggio crunch che lascia spazio ad una melodia che resta subito in testa dal sapore punk anni 90. Il ritmo si trasforma ancora sul finale tornando all’arpeggio iniziale. 2022 When september ends richiama alla memoria gli australiani Hard Ons per la melodia. Punk rock veloce e molto radiofonico. Il disco chiude con To the alps. Basso in primo piano con le chitarre che accentano i passaggi. La struttura si riequilibra sul ritornello. A dominare è in ogni caso la melodia del cantato. Mai ulrato, senmpre ben dosato, intenso quando serve, sguaiato quanto basta.

Concludendo. Ottimo disco carico di groove questo dei Maverix. Per essere un’opera prima è più che matura, bilanciata, perfettamente prodotta. I suoni scelti danno il giusto risalto alle canzoni.

Un disco consigliato a tutti. Da chi ha voglia di divertirsi ascoltando musica a chi è in cerca di connubi non usuali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *