Ovvero come è difficile scegliere i brani giusti da interpretare e riarrangiare

Un disco si quasi esclusivamente cover può essere un’arma a doppio taglio. Da una parte si potrebbero fare delle versioni con la medesima forza delle originali anche se magari il brano e stravolto.

D’altra parte si rischia anche di reinterpretare in maniera non convincente o decisamente negativa le canzoni. Questo Innamorata di Sabrina Schiralli purtroppo, per la maggior parte dei casi, ricade nella seconda ipotesi.

Ad eccezion fatta che per due casi, la prima e la seconda composizione, il resto delle opere scelte è stato interpretato con una fortissima dose melodrammatica, sofferta, eccessivamente malinconica. Ahimè Mia Martini è una sola e non è clonabile.

Tra tutte le cover reinterpretate, mix tra brani italiani e stranieri, due sono quelle che spiccano: Va bene così e Guarda che luna. Entrambe stravolte ma in maniera decisamente azzeccata. Per il resto non è chiaro se è stata errata la scelta dei brani o la loro reinterpretazione.

Musicalmente gli arrangiamenti sono piuttosto minimalisti, un solo strumento per il più delle volta, la produzione è buona così come la voce della nostra, molto calda e jazzata in diversi punti quanto ‘sporca’ e sofferta in altri. Meglio va per il solo brano originale della Schiralli, Torno qui.

Un brano di cantautorato italiano senza infamia e senza lode. Purtroppo non ci sono spunti che possano sollevare la canzone al di sopra delle media delle voci femminili non mainstream, ma almeno è tutta farina del sacco della cantante.

In conclusione un disco che non aggiunge e non toglie nulla alle discoteche di chi ascolta musica leggera. In giro per la rete ci sono interpretazioni più degne degli stessi brani. Si dovrebbe in ogni caso avere un intero disco di canzoni originali per poter dire qualcosa perché le capacità alla cantante non mancano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *