Recensione a cura di Carmine Rubicco

Non c’è un motivo reale, non si sa il perché ma è come quando si vede un film e si capisce subito il paese che lo ha prodotto. Non si tratta di qualità migliore o peggiore, ma di approccio differente. E che gli Elephant Bell non fossero italiani o statunitensi lo si capisce fin dalle prime note. Vuoi per i suoni, vuoi per l’approccio, ma si percepisce anche se non si può intravederne con la massima precisione la provenienza, pur essendo il nord Europa papabile per diverse sfumature melodiche. Il combo finlandese, che ha da poco firmato con Argonauta Records, presenta un gran disco di post grunge, se così si può dire, mischiando i migliori Alice in chains con i Monster Magnet e passandoli attraverso un infarinatura di hard rock contemporaneo tipico della scena nordica con qualche spruzzatina acustica e tracce quasi death (The sweeet babylon). Il risultato è un disco potente, coinvolgente, prodotto in maniera impeccabile e suonato altrettanto bene. Non c’è un calo in tutto il cd, la voce è acida e nasale al punto giusto senza annoiare. I brani sono distinguibili tra loro, tranello non semplice da evitare in un genere che resta in ogni caso diretto e soprattutto il gruppo presenta una personalità abbastanza consolidata. Un disco perfetto? Quasi. Forse ‘i migliori Alice in chains’ sono troppo presenti nelle linee del cantato ricordando le melodie del compianto Layne Staley pur se le parti strumentali spaziano fino ai limiti della psichedelica pura. In ogni caso un disco da far girare a tutto volume e da non farsi scappare da parte degli amanti di musica energica e trascinante senza fronzoli.

TRACK LISTING
1. So Pure
2. Demon Seducer
3. The Sun Is Going Down
4. Come To See The Show
5. Escape
6. Dreamwheel
7. Bug In The Soup
8. The Sweet Babylon
9. Mojo Filter
10. Straight To Hell
11. The Last Scene

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