Recensione a cura di Carmine Rubicco

Tornano o ,sarebbe meglio, torna dopo qualche anno di assenza discografica compensata da una intensa attività live, Damy Mojitodka con i suoi Pulvis et umbra e il nuovo Atmosfear. La formula di base è quella di un black/thrash old school molto ben fatto. Pur se di vecchio stampo non mancano “azzardi” e sperimentazioni che contribuiscono a fare del disco un buon prodotto d’atmosfera, come lo stesso titolo suggerisce. Nel full lenght Mojitodka è curatore di tutti gli strumenti e dei testi. Dal vivo invece si avvale di session. Per gli amanti del genere un disco da avere se si vogliono respirare miasmi malvagi e nostalgici. Per gli adepti della nuova linea segnata da band contemporanee forse il tutto potrebbe suonare datato perché non ci sono richiami diretti a gruppi attuali. Gli azzardi di cui sopra si tramutano in dissonanze, stacchi acustici, pianoforte, che il più delle volte spiazzano rendendo l’insieme decisamente interessante. La tecnica del nostro è di tutto rispetto così pure l’inventiva che in alcuni passaggi può richiamare i Death come nel caso di Virus. Unica pecca la produzione non sempre costante e quindi non in grado di sorreggere sempre degnamente il lavoro strumentale. Gli episodi meglio riusciti sono appunto Virus, la successiva Darkest Sorrow, Divinity Icon penalizzata da una produzione non all’altezza e arricchita da un azzeccatissimo effetto delay (come spiegato dallo stesso musicista) e Blinded by thoughts che stupisce con i suoi cori gregoriani. Il resto non è da meno qualitativamente ma questi brani si differenziano.

In ultima analisi, un disco non immediato per la complessità dei brani, pesante, ben suonato e con diverse influenze pur restando in ambito death. Un disco consigliato a palati forti e di mentalità aperta.

 

All instruments / vocals performed by Damy Mojitodka

All music by DAMY MOJITODKA
All lyric by DAMY MOJITODKA
Additional credit on track 01 by Tanya Enslin
Additional credit on track 03 by Cindy Queen
Lead vocals on track 03 by Lility Caprinae (facebook.com/theatrerunsred)

 

 

2 pensiero su “Pulvis et umbra, la malata ‘Atmosfear’ dell’animo umano”
  1. il “banjo” è in realtà una chitarra elettrica con un clean delay ^_* (NOTA PER IL RECENSORE)
    Grazie per il feedback generale, apprezzatissimo 🙂 saluti allo stadd

    1. Grazie per il chiarimento e per il commento. Tutto è stato immediatamente corretto e il recensore “crocifisso in sala mensa” ahahahahha.

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