imo

Facciamo alcune considerazioni sul livello del materiale che arriva quotidianamente alla nostra email. Tralasciamo per un attimo tutti i parametri di selezione. Dalla derivatività alla scarsa qualità delle registrazioni. Parliamo esclusivamente del livello tecnico compositivo. L’idea che emerge dopo moltissimi ascolti e conseguenti recensioni, è che la preparazione dei musicisti, solisti o band, ha raggiunto vertici importanti. Sia per quanto riguarda opere prime sia album successivi. Gli stessi debutti tante volte hanno una consistenza, una ‘maturità’ che fino allo scorso decennio era rara in casi analoghi.

Sarà anche segno dei tempi, tuttavia sembra che tutti gli strumentisti, nessun reparto escluso, abbiano implementato lo studio dello strumento. Il che è ottimo. A beneficiarne sono i dischi prodotti, da una parte, e gli ascoltatori, dall’altra. Ed è una considerazione che tocca tutti i generi. Anche il punk, da sempre considerato genere quasi scevro di tecnica, non è rimasto immune. Oggi le band che propongono punkrock hanno una preparazione notevole. Questo aspetto è ascrivibile a diversi fattori. Innanzitutto le band di riferimento.

Se prima c’erano i Sex Pistols a dettare legge, con i Clash e pochi altri, oggi la condizione è cambiata. Fermo restando che lo stesso punk ha perso quella forza di rottura iniziale, ai giorni nostri suonare punk è diventato impegnativo. Oggi i gruppi scuola, dai Green Day agli Offspring, per finire con Sum41 sono tutti musicisti preparati. Le canzoni potranno sempre essere rimaste il regno dei quattro accordi. Il cambio sta nel come vengono eseguiti quei quattro accordi. Senza dimenticare l’evoluzione dello stile della batteria. Controtempi e tempi dispari sono entrati a far parte del bagaglio minimo.

Restando nel solco delle creste, possiamo spostarci sul ramo hardcore dove si presenta la medesima situazione. E così in tutti i generi e sottogeneri del rock, ma non solo. Persino la musica leggere e il cantautorato hanno ‘risentito’ di questo mutamento. Senza dubbio ha aiutato questa evoluzione l’avvento di internet e delle decine di migliaia di tutorial musicali. Oggi se si volesse suonare come i Cannibale Corpse o De Andrè, sarebbe sufficiente cercare una lezione on line. Senza dubbio ci sarà chi ci mostrerà, passo dopo passo, come raggiungere quel risultato.

Viene da sé che l’inclinazione personale gioca sempre un ruolo fondamentale. Se non sono portato farò certo più fatica. In ogni caso l’allenamento e la costanza darebbero comunque ottimi risultati. Comunque le capacità necessarie a raggiungere quel traguardo resterebbero acquisite e, in quanto tali ripetibili e sfruttabili in altri contesti. Alla luce di tutto ciò perde ancor più di significato la frase di alcuni gruppi che recita: perché dovrei migliorare se voglio suonare questo? Perché il ‘questo’ non è più questo perché si è evoluto. Facciamo un esempio pratico. Adoro i Testament. Amo quel sound, lo stile. Voglio creare una ban che suoni così. Ecco, già in questo dovrebbero essere fatti dei distinguo.

I testament, così come la maggior parte dei gruppi di quel periodo, nel corso del tempo si sono evoluti. Quindi dovrò decidere come quale disco dei Testament voglio suonare. The legacy non è come New order. Demonic non è come The gathering. Lo stesso vale per la band. Non è rimasta uguale a se stessa. Quindi? A quale versione dei Testament voglio assomigliare? Secondo, ma non per importanza. Dalla nascita della band di Chuck Billy ad oggi sono accaduti moltissimi cambiamenti nel mondo della musica.

Sia positivi sia negativi. Voglio far finta che non sia successo nulla? Voglio fingere che gli stessi Testament non stiano attenti a ciò che gli capita attorno? Non credo sia una buona idea. Sarebbe forse meglio storicizzare e contestualizzare la scelta? Ossia: amo i Testament, ma dopo di loro sono venuti altre migliaia di band, cosa hanno detto? In che maniera si sono espressi? Forse sarebbe meglio cercare esclusivamente una strada propria che non riconduca ad altri?

E qui si inserisce il nostro discorso iniziale. Potrei sfruttare le capacità acquisite per suonare come i Testament per portare la loro proposta musicale a livelli più alti? Non sarebbe un delitto. Tutti prima o poi esauriscono la vena creativa. Perché non cercare di far progredire il genere? Senza dimenticare che un artista indipendente ha quasi il dovere di farlo. In quanto indipendente non ha vincoli se non quelli che esso stesso deciderà di imporsi.

Soprattutto non rischierei che il mio lavoro rimanga al palo perché suono come qualcun altro. Quindi, studiare, cercare di superare i propri limiti è un cammino da compiere anche solo per esprimermi nella maniera migliore e che possa attrarre anche altre persone. Tolti i miei amici più stretti, fidanzate incluse.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *