underground, le soluzioni
Problematiche e difficoltà del mondo underground sono ben note. Ora è il momento di trovare delle soluzioni reali. Azioni concrete che vadano al di là delle parole. Anche Tommy Massara, storico membro dei mitici Extrema, in questa intervista ne propone diverse. Piccoli passi per arrivare ad un grande risultato.

Quelli che sono limiti e ‘problemi’ del rock/metal in Italia, soprattutto per quello prodotto nel Belpaese, li conosciamo già. Difficoltà di divulgazione, limitati spazi mediatici, problemi nell’organizzare eventi e via discorrendo. Sono anni che se ne parla, se ne dibatte, se ne discute. Sono anni che, però, si parla e basta. È diventato quasi un mantra autolesionista. La domanda è, assodato quanto sopra, quali potrebbero esse le possibili soluzioni effettivamente attuabili? Non parliamo del: sarebbe bello se. Parliamo del: possiamo fare così. 

Partiamo dal presupposto che in Italia ci si sveglia la mattina e si inizia a criticare la qualsiasi, in Italia siamo pieni di tuttologi. Dall’allenatore di calcio al produttore discografico, il problema nostro è sistemico. La soluzione sarebbe molto semplice e non lo dico da oggi. Bisogna andare ai concerti di band nostrane volendo pagare il biglietto, bisogna comprare la musica delle band, il merchandise, etc.

Quando in Italia mi capita di incappare in qualche chat di lamentoni che dicono che all’estero è sempre meglio, che quelli c’hanno etc etc. mi verrebbe da rispondere che quelli c’hanno perché i loro fan locali supportano le band. Noi non siamo semplicemente capaci di godere, supportare e fare crescere quello che abbiamo.
I nostri artisti nazionali non hanno potere perché il pubblico nazionale snobba il 95% delle nostre proposte. Non penso sia vero che da noi manca la divulgazione, spesso è vero che le recensioni molto spesso non vengano neanche lette.

La sensazione è che si rimanga in attesa che le cose cambino. Che arrivi qualcuno o accada qualcosa per cui la situazione possa mutare. Nel frattempo si vivacchia. Salvo poi, per moltissimi, lamentarsi. Non sarebbe forse meglio cercare di muoversi autonomamente e creare vie di uscita invece di aspettare che qualcun altro lo faccia per noi?

Probabilmente si, ma, fino a quando non cambierà questa mentalità del tutti contro tutti la vedo durissima. Attenzione, questa cosa succede, poi, quasi solo ed esclusivamente nel mondo Rock e Metal nostrano.

Da addetto ai lavori per il mio lavoro al di fuori degli Extrema ti posso invece confermare che per esempio nel mondo dell’HipHop Italiano della Trap e di altri sottogeneri musicali, gli artisti vengono supportati e di conseguenza poi li vediamo in classifica.

Questa cosa mi fa schifo ma per anni ho provato a combattere e a far cambiare mentalità. Portando a casa solo un mucchio di merda gratuita.

Il problema del Metal in Italia è la maggior parte dei Metallari Italiani senza se e senza ma..

Un difficoltà emersa ascoltando diversi youtuber tra i 20 e i 30 anni che parlano di rock/metal, è il riuscire, per la loro generazione, ad inserirsi nel giro. Molti evidenziano come, a causa della giovane età, vengono spesso dileggiati, non presi sul serio. Quasi che per essere ‘considerati’ debbano superare un esame di ammissione. Il che non favorisce certo un dialogo. È un problema che avete riscontrato?

Parto dal presupposto che già la parola Youtuber accostata al Metal mi fa accapponare la pelle, detto questo, Internet ha dato la possibilità a moltitudini di persone di poter dire la loro aprendo strade per parlare di qualsiasi cosa e di conseguenza anche di Metal.

Questa mi sembra un po’ la stessa lamentela delle moltitudini di Band che abbiamo e non mi vede pienamente d’accordo. Crearsi un fanbase è alla base di tutto, quindi non penso si tratti di un esame piuttosto di crearsi una credibilità, come per tutte le cose ci vuole tempo e dedizione.

Avete contatti con i vostri fans più giovani?

Certo, ovvio, fa piacere quando qualcuno di molto giovane dimostra attaccamento ed affetto verso la nostra musica, la rende più trasversale tra le generazioni. Il problema è che la gente interessata sembra sempre meno piuttosto.

Le mentalità dei ‘vecchi’ della scena e delle nuove leve, sono davvero inconciliabili o è volontà degli storici non voler ammettere che il tempo passa e che bisogna andare avanti, ‘crescere’ ascoltando anche altro?

E’ sempre stato così, mi ricordo che agli inizi degli anni ’80 quando tutto il movimento Thrash stava nascendo, noi, ai tempi dei ragazzini eravamo in contrasto con quelli della vecchia guardia più legati ad un genere classico, poi gli anni hanno riequilibrato le cose.


Comunque, aggiungo che se le vecchie cose sono meglio di ciò che viene prodotto oggi che spesso è volentieri sembra fatto tutto con lo stampino, non do tutti i torti se uno preferisce il vecchio al nuovo che di solito è una copia senz’anima di cose già fatte.
Penso che se una cosa è buona presto o tardi verrà gratificata.

Altro limite evidenziato dai giovani è che quando si recano ai concerti vengono criticati o sminuiti perché non conoscono tutte le canzoni delle band che si stanno esibendo. Dal loro punto di vista questo non è un limite dato che si stanno ‘formando’. È un limite che notate?

Scusami se sorrido, ma probabilmente questi giovani ai quali ti riferisci hanno incontrato degli emeriti sfigati che hanno bisogno di bullizzare al posto di educare ed aiutare a crescere le nuove generazioni.

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