Un disco sospeso tra nostalgia e ricordo senza rimpianto

Per essere un disco senza pretese particolari, con errori ed imperfezioni lasciate intatte, di strada ne farà. È davvero una piacevolissima sorpresa questo L’ultima generazione felice di Aleco.

Dieci tracce intellettualmente oneste, consce dei propri limiti ma non troppo delle proprie potenzialità. O almeno così sembra. L’essenza del disco sta tutta nel titolo. Le canzoni di Aleco sono un viaggio in quel magico mondo appena post adolescenziale, quando i sogni sono vividi e non si vedono ancora gli angoli delle foto che iniziano a scolorire.

Solo il tempo, amorevolmente e non come tiranno, ci mostrerà ciò che abbiamo passato e quanto quelle immagini sono sbiadite pur restando intatte nei nostri ricordi. Quello che colpisce maggiormente del lavoro in questione è la freschezza intesa come spontaneità più che come frizzantezza musicale. La maggior parte dei refrain sono easy listening, le melodie azzeccate e immediate.

Gli arrangiamenti, nella loro semplicità, non sono banali. Sono aperti, spumeggianti ma non frivoli. Non sono le classiche melodie che una volta finita la musica non si ricordano più, anzi. Di quando in quando sbuca l’ombra di De Gregori nella metrica del cantato, più di altri, ma si tratta di un omaggio ad un influenza piuttosto che di una scopiazzatura.

Sarà anche un fattore generazionale grazie al quel moltissime persone si rivedranno nei testi, rigorosamente in italiano, del nostro, ma i brani non si perdono nel vuoto. Nessun passaggio barocco o virtuosistico, neppure quando ce ne sarebbe potuta essere la possibilità e la preparazione dei musicisti avrebbe consentito.

Allo stesso modo nessuna nota fuori posto. Ottima la produzione che ha saputo sapientemente trovare un equilibrio tra la parte strumentale e la voce, che merita un discorso a parte. Scanzonata, sporca, a volte al limite dello stonato, ma sempre vera, mai spocchiosa. Grazie all’idea di base, a detta dello stesso autore, di non dover né tantomeno voler dimostrare niente a nessuno, il disco raggiunge dei picchi davvero notevoli.

In conclusione un disco consigliato ai più. A tutti quelli nostalgici di certe atmosfere come a chi ha voglia di leggerezza ma non troppa. A chi vuole cambiare e a chi vuole riassaporare note d’altri tempi senza il peso del tempo trascorso ma solo con il dolce gusto del ricordo.

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