Testo a cura di Carmine Rubicco

Qualcuno, giustamente, in rete ha commentato la notizia della collaborazione tra Axl Rose e gli AC/DC con un definitivo “ascoltate prima di giudicare”. Il che ci potrebbe anche stare. Ci potrebbe stare per chi il vecchio Axel non lo conosce in sede live. Ci potrebbe stare per chi non ha mai avuto la “fortuna” di vedere i Guns dal vivo ma ha ascoltato solo i dischi. Ci sta un po’ meno forse per chi invece è stato reduce dalle su citate esperienze. Ci sta meno per chi ha potuto “toccare con udito” il limite della voce del frontman statunitense. Vero è che sono trascorsi diversi anni da quei tempi come è vero che ora ci sono i vocal coach (ma non si chiamavano “banalmente” insegnanti di canto?).

Resta tuttavia il dubbio: ma se una persona non ha voce, oltre a non sapere cantare, la può acquistare con gli anni? La scienza dice di no, ma la realtà potrebbe superare la fantasia per una volta. Se questo non fosse sufficiente c’è un altro aspetto decisamente preoccupante: la differenza di registro e di impostazione.

Sarebbe curioso chiedere a chi ha deciso di sostenere la collaborazione, o anche solo a chi è venuto in mente di proporla, in base a che cosa lo ha fatto. In base alla potenza dell’ugola di Rose? Per le famosissime note acute raggiunte dal nostro? Per il timbro graffiante? In base a che cosa?

Quali sono le affinità che molti non vedono tra la voce di Brian Johnson e Axl Rose? Che cosa vedono o hanno visto, invece, manager e responsabili che i comuni mortali neppure osano immaginare? Sarà mica solo una questione di soldi, notorietà, marketing e capitalismo?
Forse non sarà necessario aspettare i posteri per l’ardua sentenza. Magari basterà il primo concerto.

 

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