Intervista raccolta da Carmine Rubicco

I Sunset sono una realtà emergente del panorama rock italiano che fa dell’energia musicale una droga irrinunciabile. In questa intervista a Tempi Dispari raccontano del cammino fatto dal 2008, anno della nascita del gruppo, ad oggi e del nuovo materiale in fase di stesura, di come è cambiata la musica e di come sono cambiati loro.

Una veloce presentazione per chi ancora non vi conosce

Simon:  Ciao a tutti i lettori di Tempi Dispari, mi chiamo Simon e sono la voce dei Sunset, band di heavy rock italiano sincero e diretto che non fa mistero di un spiccata propensione verso un ricercato flavour di stampo internazionale.

Axe: Ciao a tutti sono Axe il nuovo chitarrista dei Sunset.

Perché la scelta dell’italiano?

Simon: Perché è una lingua eccezionale, piena di vocaboli, ricca di sfaccettature e di sinonimi, difficile da cantare se vuoi e assolutamente troppo sottovalutata nell’hard rock di livello internazionale. Chiaro, l’inglese è universale per concezione, ma la condizione che ho appena illustrato consente di cercare nelle liriche e nel cantato una certa originalità di concetto che mi appaga.

Axe: Semplicemente perché è la nostra lingua.

Oggigiorno il mondo della musica cambia molto velocemente, dal 2008 ad oggi come e in che cosa siete cambiati?

Simon: Dal 2008 ad oggi oltre ad essere cambiati come formazione in senso stretto perdendo e acquisendo validi elementi, abbiamo incrementato la personalità del nostro stile riuscendo sicuramente a dare tratti più distintivi al “Sunset sound” e alla produzione musicale, siamo dunque cresciuti come persone e abbiamo fatto crescere la nostra musica con noi.

Axe: Innanzitutto direi che abbiamo 7 anni in più ha, ha, ha, scherzi a parte sicuramente oltre all’età che avanza, c’è una maggior consapevolezza ed esperienza che si riperquote inevitabilmente nella nostra musica.

Provenite da Novara, una città non famosa per aver dato alla luce talenti o band di particolare rilievo e per anni rimasta orfana di band. Com’è oggi la scena novarese? Esiste? In che direzione muove?

Simon: Per la verità ormai di Novara sono rimasto solo io ha, ha, ha, ironia a parte tutti i miei compagni di avventura sono ormai di Milano e limitrofi. La scena novarese esiste ma rimane strettamente legata all’underground, forse in virtù della posizione geografica che è figlia in egual misura di Milano e di Torino. Nel novarese i talenti come in ogni microcosmo esistono, forse a dirla tutta si sente un po’ la carenza di eventi significativi che possano dare risalto all’immagine della città.

Axe: In realtà io sono della provincia di Milano come tre quarti della band, quindi non saprei cosa dirti a riguardo.

Secondo voi la provincia dà o può dare alla musica un’impronta differente? Ossia, la vita di provincia può essere più stimolante a livello interiore?

Simon:  La vita in generale è stimolante a livello interiore, non ridurrei il tutto al concetto che “tutto il mondo è paese” e non traccerei nemmeno una linea di demarcazione netta tra città e provincia. E’ la ricettività delle persone nei confronti degli stimoli a fare la differenza perché  tutto può essere fonte di ispirazione e personalmente tutto mi ispira.

Axe: Secondo me non importa da dove vieni ma ciò che senti, vivi e come lo vivi, tutto questo si riflette inevitabilmente sulla tua musica al di là del fatto che tu provenga dalla città piuttosto che dalla provincia.

Innegabile l’influenza dei primi Timoria nei vostri lavori. Dopo di loro chi secondo voi ha lasciato il segno?

Simon:  Di band che hanno lasciato il segno ne esistono molte, dopo e prima di loro e tutte più o meno hanno dato un grande contributo al rock italiano, ovvio che i nomi più altisonanti sono quelli che tutt’oggi continuano a produrre album e a suonare “come band”. Personalmente continuo ad intrattenere un ottimo rapporto con i Rats con i quali sono legato da fraterna amicizia.

Axe: Le mie influenze musicali sono per lo più estere, visto che il genere che prediligo è il Rock

Ha ancora senso suonare rock in Italia?

Simon: Per noi assolutamente si altrimenti verrebbe meno tutto il nostro credo, poi tutto dipende veramente da cosa ti muove, cosa ti spinge avanti, il contesto in cui tutto questo procedimento avviene è secondario, l’importante è non smettere mai di credere in quello che fai e farlo al meglio.

Axe: BISOGNA suonare Rock in Italia.

Esistono realtà italiane che seguite con particolare interesse?

Simon: Curiosamente non seguo con particolare interesse un gruppo italiano in particolare, ho sempre avuto la tendenza a non fossilizzarmi su una realtà o su un genere preciso, è gradevole ascoltare superando i confini geografici e linguistici semplicemente partendo dal presupposto che non esistono confini.

Axe: Direi di no, simpatizzo per chi suona del sano Rock.

I vostri testi da cosa prendono spunto?

Simon: I nostri testi prendono spunto dalla filosofia del pensiero libero, dalla vita quotidiana, dai vissuti personali, dall’errore come parte imprescindibile dell’essere, dall’attualità, dall’ultraterreno, dalla poetica della ragione, dalla religione, dall’amore, dalle piccole cose in generale. Semplice no ?

Axe: Help, Simon rispondi.

La musica ha ancora un valore comunicativo al di là di quello commerciale?

Simon: La musica ha soprattutto un valore comunicativo, se prediligessimo il lato commerciale opteremmo per aperture e soluzioni musicali diverse, il che vanificherebbe completamente la nostra sincerità.

Axe: La musica è emozione e comunicazione.

Non siete musicisti giovanissimi, quali sono secondo voi punti di forza e punti deboli di chi inizia a suonare oggi?

Simon: Porco cane a volte me lo dimentico, forse perché mi diverto talmente tanto che l’eterno bambino che c’è in me non invecchia mai (tra parentesi a parte JT sono il più giovane ha ha ha). Credo che il punto debole di chi inizia a suonare oggi sia che si è perso il vero senso del fare musica a scapito di una ricerca del successo preconfezionato, il grosso vantaggio invece è che esistono molte possibilità di comunicazione globale che prima dovevano essere conquistate da zero.

Axe: Il punto a favore di oggi rispetto a ieri è la conoscenza, nel senso che attualmente hai a portata di click tutto ciò che ti può servire (video, tutorial, articoli etc.) oltre a riviste di settore e scuole di varia natura, nel contempo a volte manca quell’originalità tipica di chi sperimenta seguendo il proprio istinto.

Cosa è venuto a mancare nel corso del tempo al pubblico che oggi diserta concerti e locali?

Simon: Il pubblico è sempre lo stesso, giovani e meno giovani desiderosi di divertirsi e stare insieme, sono i gestori dei locali che generalmente non offrono più valide alternative a chi è ansioso di ascoltare. Ti garantisco che ancora oggi gli esercizi ben gestiti hanno un grande seguito e non soffrono affatto la fame.

Axe: E’ un discorso lungo, in sintesi: molti locali purtroppo guardano solo il “cassetto” e fanno suonare sempre i vari “tributo a…” quindi ti ritrovi a sentire le stesse cose fatte più o meno bene, ma sempre le stesse cose.

Collaborazioni di assoluto rilievo nei vostri dischi, come sono nate e cosa vi ha colpito maggiormente degli artisti che hanno accettato di portare il proprio contributo alle vostre canzoni?

Simon: Le collaborazioni di rilievo nei nostri dischi sono nate principalmente dal desiderio di sperimentare, se noti infatti sono abbastanza anomale per una band che canta italiano. La cosa che mi ha colpito maggiormente di chi ha collaborato con noi è l’assoluta umiltà e disponibilità, qualità difficilmente riscontrabili nel panorama italiano, con grande merito di Wilko Zanni dei Rats che è stato una voce fuori dal coro delle solite superstar menose di casa nostra.

Axe: Simon

La maggiore differenza tra il vostro primo disco e il nuovo materiale che state componendo?

Simon: Beh, sicuramente la produzione, i suoni, le liriche e le melodie, non agli antipodi intendiamoci abbiamo sempre ricercato e ottenuto una grande qualità, semplicemente a mio modesto parere tutto è più “raffinato” di prima, più maturo.

Axe: Io essendo appena entrato nella band parlo del lavoro che mi riguarda e gli aspetti di cui sono molto soddisfatto sotto tutti i punti di vista ossia quello musicale ed umano, esiste un’ottima sinergia tra me e Simon molto rara da trovare.

Domanda Tempi Dispari: se foste voi ad intervistare, chi intervistereste e cosa gli chiedereste?

Simon: Se fossi io ad intervistare domanderei a Vivian Campbell, perché hai rinnegato i Dio ? Aggiungendo, sei un cretinone, senza di loro non saresti nessuno, sei arrivato ai Def Leppard grazie al buon Ronnie. Questo probabilmente spiega il perché non sarei un grande giornalista ha ha ha. Anyway, grazie a tutti di cuore, a te per l’intervista, un grande saluto a chi ci segue e apprezza la nostra musica e anche a chi non ci segue. Heavy Rock on !

Axe: Intervisterei Edward Van Halen, uno dei miei idoli non per porgli chissà quali domande di per sè, ma sopratutto per potergli dire “grazie per tutto ciò che hai fatto” stringendogli la mano. Grazie per l’intervista e un saluto a tutti !

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