From the depth Raw Power

Contesto storico

Il 1977 è convenzionalmente riconosciuto come l’anno dell’esplosione, nel mondo occidentale, del movimento punk e se nel mondo anglosassone si possono contare molti precedenti ed ispiratori di tale movimento, l’evoluzione del punk italiano, forse anche a causa di una maggior chiusura delle case discografiche e del monopolio statale di televisioni e delle radiofonia, seguì dinamiche proprie.

La prima ondata punk italiana trova terreno fertile, fin dai suoi esordi, nel Movimento del ’77 ed un sostegno nella diffusione dalle prime Radio libere nate nel 1976, anno in cui i bolognesi Centro d’Urlo Metropolitano (futuri Gaznevada), composero il loro brano Mamma dammi la benza, uno dei primi brani punk rock italiani trasmesso con assiduità dalla radio movimentista Radio Alice.

E fu proprio a Bologna che nacque la Harpo’s Bazaar di Oderso Rubini (che poi diventerà la Italian Records), una delle prime etichette italiane ad occuparsi di nuove sonorità e produttrice oltre che dei già citati Gaznevada, anche degli Skiantos, Windopen e Luti Chroma. Nascono qui anche le prime fanzine come la Red Ronnie Bazaar e le nuove band sono recensite sulle riviste di fumetto come Cannibale ed Il Male.

Importante in questo senso fu anche il Bologna Rock, un festival che si svolse al palasport di Bologna e che vedeva sul palco i migliori gruppi dell’allora scena punk rock e new wave bolognese: Gaznevada, Windopen, Luti Chroma, Skiantos, Bieki, Naphta, Confusional Quartet, Andy J. Forest, Frigos e Cheaters. Il Disco d’Oro è stato fondamentale come locale live ma anche come punto di ritrovo.
Di questa prima fase sono poi da ricordare la scena del Great Complotto di Pordenone ed i gruppi del centro sociale Santa Marta di Milano, base della Cramps Records e scuola di musica in cui insegnava Demetrio Stratos negli ultimi anni della sua vita.

Fra questi vi erano i genovesi Dirty Actions, le Kandeggina Gang, nelle quali militava Giovanna Coletti ed i Kaos Rock di Gianni Muciaccia. Sempre a Milano vi erano poi i Decibel, che nel 1979 pubblicarono l’album Punk per la Spaghetti Records di Shel Shapiro ed a Roma gli Elektroshok, che già nel 1979, in una voce sul punk italiano dell’Enciclopedia del Rock (Fratelli Fabbri Editore, 1979) di Nick Logan e Bob Woffinden, venivano menzionati per un loro spettacolo in cui il cantante si levava il sangue sul palco con una siringa, per poi tirarlo sul pubblico.

Parallelamente a questi gruppi, inizia a sorgere anche in Italia un movimento punk rock di matrice anarchica, che trae ispirazione da gruppi come i Crass, Subhumans, Poison Girls o Discharge. È il caso dei RAF Punk, dei Bacteria, dei Sottocultura, degli Stalag 17 e dei Nabat di Bologna o dei Blue Vomit e degli HCN HCN di Torino, dei Chelsea Hotel di Piacenza, degli Stigmathe di Modena, dei S.I.B di Cesena e dei The Wogs di Bari, tutti nati nel 1979.

Nello stesso anno nasce Rockerilla, la prima rivista italiana ad occuparsi esclusivamente delle nuove tendenze del rock internazionale. La rivista includeva una rubrica, in tre parti, dal titolo Italia la punk gestita da Alberto Gorrani.

Diego Nozza nel suo “Hardcore. Introduzione al punk italiano degli anni ottanta” traccia una immaginaria linea di separazione fra la prima e la seconda scena punk italiana (più legata a sonorità anarco punk ed hardcore punk) nella contestazione dei RAF Punk al concerto dei Clash organizzato dal comune di Bologna a Piazza Maggiore nel 1980.

Al grido di “Crass not Clash”, con un comunicato scritto da Jumpy Velena e distribuito al pubblico, che fu anche pubblicato integralmente da Ciao 2001, i punx bolognesi accusavano i Clash di falsità ideologica per aver firmato per la major CBS. L’evento evidenziò così anche in Italia la presenza di una vivace scena anarco punk. Altri tracciano invece la linea di demarcazione nel febbraio del 1982, quando nacque il centro sociale Virus di Milano, uno dei primi luoghi fortemente impegnati nella diffusione della scena italiana. Fu comunque fra queste due date che venne a formarsi gradualmente anche in Italia, un tessuto produttivo e distributivo che univa da nord a sud le città e le province della penisola.

Tale circuito, alternativo a quello delle major, era costituito da etichette indipendenti, autoproduzione di dischi e cassette, centri sociali, fanzine su fotocopia e distribuzione postale, formando così un vero e proprio network in connessione con le altre reti sparse per il mondo.

La consuetudine di molte fanzine di allegare alla rivista un album compilazione con nuovi gruppi, oltre a costituire oggi una notevole mole di documentazione, trasformò le redazioni fai da te in vere etichette discografiche indipendenti, come avvenne per la Attack punkzine di Bologna o la T.V.O.R. Teste Vuote Ossa Rotte di Como. Fu in questi contesti che gruppi e musicisti importanti per la futura evoluzione della scena, pubblicarono i propri brani: i 5° Braccio, i Kollettivo, gli Anna Falkss, gli Holocaust di Gianluca Lerici, gli Indigesti, i Disper-Azione, Peggio Punx, i Reig, i Dioxina e molti altri.

E molte sono le compilazioni memorabili di quella prima fase e degli anni successivi: fra queste sono da ricordare Schiavi nella città più libera del mondo e Papi, Queens, Reichkanzlers & Presidenti della Attack Punk Records, i due album curati da Giulio Tedeschi della Meccano Records dal titolo Raptus e Raptus Negazione e Superamento definite come “Una delle raccolte simbolo della primissima generazione hardcore italiana”, e Goot from the Boot pubblicata dalla Spittle Records.

Nel settembre del 1982, parte poi il primo tentativo di riunire i collettivi delle varie città, in una fanzine che facesse da coagulante per le piccole scene sparse per l’Italia. La fanzine, che si chiamava Punkaminazione, si concluse nel giro di qualche numero, ma rappresentò comunque il “primo ed unico esempio di network punk pre-internet” a livello nazionale.

Nascita dei Raw Power

I Raw Power sono probabilmente la band più importante, per qualità e longevità, di tutto l’Hardcore italiano. Il loro nome si ispira al terzo album in studio degli Stooges.
Nel corso dei 30 anni di carriera hanno diviso il palco con tutti i gruppi più importanti della scena punk, hardcore e metal mondiale: Dead Kennedys, GBH, Corrosion of Conformity, Suicidal Tendencies, Motörhead, Cro Mags, Sick of it All, Agnostic Front, Circle Jerks, Scream, Adolescents, Rancid, Poison Idea, Slayer, Venom, D.R.I., e nel 1985 in un piccolo club di Seattle una band ancora sconosciuta apre per un loro concerto, i Guns’n’Roses.


Nascono nel 1981 per mano dei fratelli Codaluppi, Mauro (voce) e Giuseppe (chitarra), e sono tra i primi nella penisola italica (lo split tra Indigesti e Wretched, considerato uno dei primi vagiti del movimento HC italiano, esce nel 1982) a prendere riffs e tematiche Punk e inasprirli secondo la lezione impartita oltreoceano dai Minor Threat ed in Inghilterra (in parte) dai Crass. Il loro primo disco è You Are My Victim, del 1983:
Le influenze del Punk ’77 si sentono ancora, ma la band inizia a brutalizzare il proprio sound e a spingersi verso l’Hardcore più oltranzista.

Giuseppe Codeluppi, inizia a suonare la chitarra nel 1979 assieme ad alcuni ragazzi del suo paese e forma una piccola cover rock band, gli Off Limit, coinvolgendo sporadicamente suo fratello Mauro alla voce. In questo periodo, senza ancora una vera e propria identità musicale, Giuseppe si avvicina al punk grazie ai primi concerti nella penisola e conosce a Piacenza, in una taverna che dà spazio ai gruppi del genere che stanno nascendo, Maurizio Dodi.

È proprio con Maurizio che ha inizio un nuovo progetto, ripartendo dal principio, trovando Helder Stefanini, poco più che un ragazzino, come batterista, e suo fratello maggiore Silvio come bassista. Il gruppo tiene per pochi mesi il nome Off Limit, dopodiché, grazie ad un disco degli Stooges, cambia e diventa Raw Power. Mauro, che già aveva cantato nella band di Giuseppe, viene coinvolto anche questa volta, ma, vivendo in Inghilterra, spesso per tutto il primo periodo viene sostituito alla voce da suo fratello.

Nel 1983, registrarono una demo di 19 tracce (spesso intitolata Brown Studio Tape ) e due canzoni furono incluse nella compilation, Raptus. Il nastro contiene la canzone Fuck Authority , che è apparsa nella compilation punk di Maximumrocknroll, Welcome to 1984. Il loro primo album, You Are the Victim , fu pubblicato nel 1983 (o nel 1984 a seconda della fonte) dalla piccola etichetta indipendente italiana Meccano Records. Raw Power partecipa nuovamente con due brani alla compilation Raptus: Negazione e superamento (1984).


Il demo, su cassetta, fu prodotto da Alberto Gorrani.
Con la pubblicazione del primo disco il gruppo si pone alla testa della scena hardcore italiana che proprio in quegli anni mostra un notevole vigore. L’album riprende il punk di Circle Jerks e Minor Threat (ritmi ipercinetici, canzoni ultrabrevi, testi d’argomento politico-sociale, ecc.), ma lo fa con una grinta e una convinzione tale da suscitare interesse anche al di là dell’oceano.

I Raw Power iniziano a ricevere consensi anche all’estero, e grazie al supporto di Jello Biafra dei Dead Kennedys, partecipano alla compilation di Maximum Rocknroll, Welcome to 1984, altri due brani finiscono poi sul secondo volume di Raptus della Meccano, intitolato Raptus: negazione e superamento (1984).
Nello stesso 1984 una piccola etichetta statunitense, la BCT, ristampa nel proprio paese il primo demo, con l’aggiunta dello storico concerto a Pisa, il Last White Christmas, registrato nel 1983. Tramite la stessa etichetta ed una serie di contatti i Raw Power arrivano negli States nel 1984 per il loro primo tour.

E’ la prima punk hardcore band italiana a proporsi al pubblico degli States. Qualche mese prima della partenza oltreoceano arriva il chitarrista Davide Devoti, futuro membro della band di Vasco Rossi, conosciuto da Maurizio che nella band di Devoti, i Chelsea Hotel, ci aveva suonato durante il servizio di leva. Di conseguenza Maurizio Dodi passa al basso.
Jello Biafra li invita a rappresentare l’Italia al festival di punk internazionale organizzato a Los Angeles in contrapposizione alle coeve olimpiadi sportive. I Raw Power intraprendono quindi un lungo tour negli Stati Uniti durante il quale in settembre, a Indianapolis, registrano in un unica sessione il loro secondo album.

Durante il tour negli States i Raw Power suonano a Los Angeles coi Dead Kennedys davanti a più di 4.000 persone. In quei giorni la Toxic Shock Records di Pomona, California si fa avanti per la pubblicazione del secondo album Screams From The Gutter. Viene registrato ad Indianapolis verso la fine di questo tour, nello studio di Paul Mahern degli Zero Boys, in un giorno e mezzo soltanto. Il disco esce nel 1985 e vende più di 40.000 copie tramite canali indipendenti, nello stesso periodo la BCT pubblica Live in the USA, una cassetta con tutti i migliori brani registrati in tour.


Seguono ancora date in Europa ed un nuovo tour americano nel 1985, Helder viene sostituito momentaneamente alla batteria da Fabiano Bianco dei Raff / Bloody Riot. Ancora nel 1985 registrano un 7″, Wop Hour, che esce nuovamente per la Toxic Shock, che produrrà anche il terzo album, After Your Brain (1986), registrato questa volta in Italia e promosso di nuovo negli States, tutto con continui ritorni e cambi di formazione.

Screams from the Gutter (Toxic Shock, 1985) si presenta come uno dei migliori esempi di fusione tra hardcore e speed-metal, in linea con lo stile proposto in quegli anni da D.R.I. e Agnostic Front. Più che sull’originalità, l’album fonda la propria importanza su un piano strettamente strumentale e compositivo, sfoggiando una delle migliori formazioni di sempre in ambito punk.


Un album perfetto nella sua violenza, che si apre con quello che diventerà il più grande classico della Band (la mitica “State Oppression”) e va via via aumentando di intensità, unendo pezzi più lenti (per quanto possa essere lento un pezzo dei Raw Power) ad altri di puro HC (“Raw Power”, un minuto di rabbia e di violenza nichilista). Questo è il disco della rivoluzione, i Raw Power diventano stelle acclamate (ovviamente a livello sempre underground), e partono per un tour americano in cui dividono il palco con le band più in vista del settore (Circle Jerks, Black Flag, Dead Kennedys).

Il gruppo assorge anche al ruolo di bandiera del Crossover mondiale (non quello che intendiamo adesso, ovviamente), i cui primi esponenti sono D.R.I. e Corrosion Of Conformity.

Tra tutti svetta il batterista Helder Stefanini, all’epoca diciassettenne, i cui trascorsi jazz gli permettono di inserire fraseggi inediti determinanti nel trasfigurare miniature punk che altrimenti si confonderebbero tra le migliaia di questo periodo. Valga tra tutti l’esempio di Joe’s the Best nel quale il battito al tempo stesso tecnico e istintivo, raffinato e naif, si sviluppa funambolico, esulando dalla sua funzione ritmica per farsi protagonista assoluto.


L’altra colonna strumentale è il chitarrista Davide Devoti, il cui stile si pone a metà strada tra il rumorismo schizoide di Greg Ginn e il solipsismo tecnico di Kirk Hammett. I suoi assoli e il suo feedback, colpiscono di continuo secondo la tattica guerrigliera dello spara e scappa, anche se è forse solo il formato ridotto dei pezzi a impedire che si dilunghino in modo stucchevole. In brani come Bastard o Nihilist la sua chitarra riesce anche a dare una parvenza di melodia alla frenesia generale.


Mauro Codeluppi si dimostra a sua volta uno degli urlatori più efferati della storia del rock: i suoi vocalizzi al vetriolo in brani come Raw Power o Don’t Let Me See It precorrono il grindcore facendo al tempo stesso impallidire Henry Rollins.
Giuseppe Codeluppi fornisce il canovaccio a questi tre interpreti d’eccezione, inanellando riff memorabili a getto continuo. Del resto, benché i singoli brani siano tutti minuscoli, la loro sequenza senza soluzione di continuità fa sì che le due facciate del disco possano essere considerate come due lunghe e articolate suite.


State Oppression, Hate e Power diventano subito standard del gruppo, destinati ad essere ripetuti ad ogni loro concerto, ma i capolavori sono altri. A Certain Kind of Killer, ad esempio, che in cinquanta secondi scarsi riesce a condensare un clima d’attesa, una sfuriata selvaggia, un mid-tempo frenetico e una chiusura improvvisa. Oppure Start a Fight, personale versione della jam improvvisata che coi suoi due minuti sembra interminabile in rapporto al formato canzone generale.

Oppure My Boss e Police Police, di certo tra i più trascinanti thrash-punk di sempre. Oppure Politicians (con una citazione degli MC5) e Our Oppression che mostrano strutture articolate in grado di allontanarsi dagli schemi consueti.
Sintesi e superamento di dieci anni di punk rock, Screams from the Gutter rimarrà negli anni il capolavoro insuperato dei Raw Power e uno dei migliori dischi hardcore di sempre.

Il ritorno in Italia è traumatico. Stefanini e Devoti lasciano il gruppo per intraprendere una florida carriera di turnisti. After Your Brain (Toxic Shock, 1986) risente non solo del cambio di formazione (Stefanini suona ancora, ma a mezzo servizio), ma anche degli scadenti studi di registrazione italiani del tutto inadeguati a catturare l’impeto selvaggio della banda.

L’entusiasmo e la voglia di replicare l’exploit precedente si risolvono in un disco di punk metal per lo più convenzionale in cui solo una manciata di brani regge il confronto con il passato recente, nell’ordine: Buy and Pay (forse la loro cavalcata più devastante), We Shall Overcome (forse il loro brano più melodico), You’re Fired, No Place to Hide e Nothing Better to Do (scariche adrenaliniche tutto sommato ineffabili).
Nonostante i cambi di formazione i fratelli Codeluppi riescono a tenere in piedi il gruppo. I Raw Power continuano così per la loro strada alternando tour negli Stati Uniti a dischi in studio di modesta portata.

Wop Hour (Toxic Shock, 1986) è un ep dal vivo che raccoglie gli out-takes di Screams tra cui brilla per efferatezza Fuck Authority.
I ragazzi non si fermano un attimo e, tornati dagli USA, pubblicano After Your Brain, altra mazzata clamorosa. Proprio quando il loro sound inizia a stabilizzarsi, iniziano a virare verso sonorità più Metal (come possiamo notare in alcuni dischi successivi, quali Reptile House e Mine To Kill), perdendo tuttavia un po’ di mordente.

Mine to Kill (Southern Studios, 1989) tenta di aggiornare il suono alla moda del thrash-metal proprio quando questa moda sta passando.
Inizia una nuova era per la band: entra stabile al basso Alessandro Paolucci, Fabiano viene confermato alla batteria dopo problemi interni legati alla registrazione di Mine To Kill (Rat Cage 1989), quarto disco dei Raw Power. Segue il primo live ufficiale Live Danger (TVOR 1991) e Too Tough To Burn (Contempo 1992) che vedono come chitarrista assieme a Giuseppe il nuovo entrato Tommi Prodi.

A metà anni novanta inizia la pubblicazione di una serie di raccolte, un nuovo album in studio prodotto da Don Fury, Fight (Godhead 1995), un altro album Live intitolato Live From The Gutter (Godhead 1996) fino ad arrivare all’uscita del settimo full length Reptile House (West World 1998), il tutto con gli ennesimi cambi di formazione, tour Europei e dopo qualche anno un nuovo giro in America, organizzato da un vecchio amico dei Raw Power Tony Patino.

Questo tour inizia e finisce a New York, e durante una data nel New Jersey viene rubata la strumentazione del gruppo in circostanze del tutto misteriose, dovute al fatto che il furgone della band di supporto, dove sono stati momentaneamente caricati gli strumenti, rimane lasciato incustodito. Tra le cose rubate c’è anche la chitarra che Giuseppe ha utilizzato per quasi due interi decenni. Al ritorno in Italia continuano i concerti e anche qualche partecipazione a programmi televisivi.

Continuando a suonare ininterrottamente ovunque, vengono organizzati altri tre tour americani. Sfortunatamente nel 1999 parecchie date vengono annullate a causa del ricovero di Mauro dovuto a calcoli renali, mentre nel 2000, dopo aver registrato Trust Me (Hello Records 2001), arriva una delle migliori serie di concerti degli ultimi anni.

Il terzo di questa serie di tour sarà l’ultimo per Giuseppe negli Stati Uniti, perché il 6 ottobre del 2002 muore dopo un malore. La band ha da poco celebrato i 20 anni di carriera registrando il nuovo album Still Screming After 20 Years, che viene pubblicato poi nel 2003.

Perdendo il fondatore i Raw Power in un primo momento smettono di suonare, per poi decidere di continuare perché Giuseppe avrebbe voluto così.

A sua volta l’antologico Live Danger (TVOR, 1991), mostra tutta la stanchezza di un gruppo che sembra trascinarsi nel fango.

Too Tough to Burn (Contempo, 1993), vede il ritorno di Stefanini, ma il suo apporto è tutt’altro che essenziale, limitandosi a battere il tempo come un batterista qualsiasi. Con una cover di Thin Lizzy in evidenza (Heaven and Hell), il disco sembra ispirarsi più all’hard rock che al thrash metal. Il battito stereotipato di Jane and Joe, le rime baciate di This Ain’t a Way to Go, l’alternanza di strofa, ritornello e assolo in Run for Cover sono quasi ridicoli per un gruppo che fonda la propria fama sulla carica selvaggia e naif.

Fight (Godhead, 1995) mostra segni di ripresa, se non altro per la produzione di Don Fury che aggiorna il suono allo stile di Biohazard e Sick of It All, ma al di là della buona registrazione si fa fatica a trovare brani memorabili.

I Raw Power continuano tuttavia a godere di un fedele pubblico di sparuti, ma agguerriti fan, i quali d’altronde non sanno se catalogare il proprio attaccamento tra la nostalgia del passato o la compassione del presente.

L’antologico Live from the Gutter (Godhead, 1996) conferma ancora una volta la superiorità del repertorio di Screams su quello seguente.

Addirittura Burning the Factory (Grand Theft Audio, 1996), ristampa di demo, bootleg e out-takes degli esordi, si presenta come la loro migliore pubblicazione degli ultimi dieci anni.

Ancora screming dopo 20 anni (1999-2003)
Un altro tour americano viene effettuato dal gruppo, fino al ricovero di Mauro ad Indianapolis. I suoi reni erano bloccati e aveva bisogno di un’operazione. Alcune date vengono cancellate a causa della natura della malattia.

Nel 2000, Raw Power pubblicano il loro nuovo album, Trust Me, su Hello Records, un’etichetta lanciata da Patino, la loro agenzia di prenotazione americana. Nel 2001 il gruppo è tornato in tournée negli Stati Uniti, a sostegno dell’uscita di Trust Me. Nel 2002, tornano in studio per registrare Still Screaming After 20 Years, per celebrare il loro ventesimo anniversario. Poco dopo averlo completato, il chitarrista e membro fondatore Giuseppe Codeluppi morì di infarto durante una partita di calcio. Il gruppo decide di continuare le sue attività in sua memoria.

Ultime attività (dal 2004)

Hanno girato l’Europa tra il 2004 e il 2005. Nel 2005 , il batterista Roberto è stato sostituito da Fabio per motivi di salute. Nel 2007 torna Tommi Prodi, in sostituzione del chitarrista Luca Carpi.

2004-presente: La nuova formazione
Dopo parecchi cambi di formazione escono delle raccolte, il greatest hits The Hit List (Sudden Death 2004), Fuck Authority (SOA 2005), raccolta dei primi album, e The Reagan Years (Beer City 2010) con tutti i primi album della band e l’aggiunta di bonus tracks e materiale video su DVD. Tutte le uscite vengono arricchite con note personali scritte da Mauro e personaggi chiave della loro storia.

Nel 2010 dopo ben sette anni esce il nuovo disco Resuscitate (Pig 2010) registrato l’anno precedente a Seattle allo Studio Litho (di Stone Gossard dei Pearl Jam) durante l’ennesimo tour. Contiene ben ventiquattro nuovi brani più due cover degli Stooges ed una nuova versione del vecchio classico Mine To Kill. Quella di quest’album è stata la formazione più longeva che i Raw Power abbiano mai avuto, con Mauro Codeluppi (voce), Tommi Prodi (chitarra), Marco Massarenti (basso), Fabio Ferrari (batteria).

Nel 2012 l’italiana F.O.A.D. Records inizia a riproporre tutti gli album classici dei Raw Power, partendo dal primo Demo stampato per la prima volta su vinile, intitolato Birth, passando per i primi quattro dischi, aggiungendo per la prima volta materiale audio totalmente inedito, tra cui la scoperta di un Demo totalmente sconosciuto e risalente al 1982.

Per la stessa etichetta, lo stesso anno, viene ristampato lo split 7″ coi D.R.I. uscito nel 2001, questa volta in doppio flexi 7″ colorato, con una bonus track inedita della band di Poviglio. Sempre nel 2012 esce No More Borders, un 4 way split 7″ assieme a M.D.C., Söm-Hi Noise e Naked Aggression. Viene coprodotto da diverse etichette europee ed americane e contiene un brano inedito per ciascuna band.

Il 7 ottobre del 2012, sfortunatamente, un altro componente dei Raw Power, Luca “Lupus” Carpi, muore all’età di 34 anni. Pur non avendo partecipato all’incisione dell’ultimo disco è sempre rimasto anche nell’ultima formazione, suonando dal vivo e dividendo il palco con gli altri suoi compagni per quasi 15 anni.

Per tutto il 2013 il gruppo suona ininterrottamente nel proprio paese e in tutta Europa, ad aprile torna negli Stati Uniti e registra quello che sarà il nuovo album. Per l’occasione viene firmato un contratto con l’americana Beer City, e l’uscità del disco, intitolato Tired and Furious, è avvenuta a metà 2014.

Nel 2013 sono entrati nella formazione della band Paolo di Bernardo alla chitarra e Gianmarco Agosti alla batteria.

Nel 2014 e nel 2015 la band è in tour negli Stati Uniti.

Nel 2014 hanno pubblicato il loro nuovo album Tired and Furious , a sostegno dei loro trent’anni di esistenza.

Reptile House (Toxic Ranch, 1998) e Trust Me (Hello, 2001) cercano quindi di recuperare il clima adrenalinico degli esordi, senza però rendersi conto di quanti anni siano trascorsi da allora.

Nel 2016 i Raw Power tornano in tour Europa, condividendo il palco con Agnostic Front e H2O.

Nel 2017 esce per Indiebox Records il nuovo album “Inferno”, caratterizzato da alcune tracce cantate in italiano. Tra novembre e dicembre dello stesso anno la band effettua il suo primo tour in Australia, suonando nelle maggiori città del paese.

Nel 2018 Mattia “Berta” Bertani sostituisce Gianmarco Agosti alla batteria.

Nel 2019, assieme alla band italiana Cripple Bastard, i Raw Power effettuano il loro primo tour in Giappone.

La chiusura di un’epoca

Molti critici ed esponenti del movimento fanno risalire la fine della prima scena hardcore italiana alla data simbolica del 26 giugno 1987 con il concerto d’addio a Fabrizio Fiegel tenutosi a Bologna da Negazione, Indigesti e CCM. Non solo perché di li a poco Indigesti e CCM si sciolsero, ma anche perché la scena cominciava a dividersi e disgregarsi sempre più.

Gradualmente il movimento italiano si era diviso in tre filoni di pensiero distinti: La frangia anarco-pacifista ispirata al modello comunitario dei Crass e dei gruppi ad essi collegati (Poison Girl, Flux of Pink Indians, ecc…), la frangia nichilista e la frangia Oi! degli skinhead, spesso di ispirazione anarco-sindacalista e con un circuito indipendente e distinto dai primi due, accusati di approccio elitario ed eccessivamente intellettuale.

Intanto il mondo stava cambiato: Se la caduta del muro di Berlino avevano portato una visione più libertaria e nuove potenzialità per l’Europa, la caduta del Blocco Sovietico aveva portato ad una necessaria riorganizzazione delle sinistre europee. Con la fine della guerra fredda poi, la classe politica italiana vedrà perdere il sostegno delle potenze internazionali, rendendo così visibile un sistema di corruzione politico-mafioso ormai divenuto socialmente insostenibile.

In questo nuovo contesto anche la scena hardcore italiana ritroverà da qui a poco nuova energia. Una ventata di novità arriverà di li a qualche anno, con una nuova generazione di band più ispirate ai dettami Straight edge che si andarono affermando negli anni successivi, dividendosi anche in altri sottogeneri per stili e tematiche e tra questi l’emocore, lo ska-core, l’Hardcore New School o l’Ebullition Sound.

I Raw Power sono stati grandi esponenti di un’epoca diventandone blasone. Un’epoca e un movimento complesso, fatto di infinite band. Fatto sta che la band dei fratelli Codaluppi ha fatto da apripista per molti gruppi e ha creato la possibilità anche per le band nostrane di poter espatriare e farsi conoscere oltreconfine. E non solo in ambito hardcore.

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