pipapop

Eterogenea e interessante la compilation di Pipapop, Corner vol. 5. Al suo interno si alternano artisti che toccano i generi più disparati, uniti dalla libera espressività. La musica intesa come espressione di se stessi a prescindere dalla modalità e dal genere. Così possiamo trovare lo space rock di Emma Grace, il jazzeggiante Dnezzar che colora il suo brano con spaccati jazz, appunto, acustici, uniti al cantautorato internazionale.

Il viaggio, perché di questo si tratta, prosegue con la riuscitissima collaborazione tra Bologna violenta e Pierpaolo Capovilla che sfocia in un brano caustico, minimale negli arrangiamenti, recitato più che cantato, in pieno stile Capovilla. I temi trattati sono quelli del ricordo di scambi di opinioni in momenti di convivialità, come spiega lo stesso cantante, negli anni 70. Voltando l’angolo arriva Charles Wallace. Questo porta la rotta su un versante acustico, dalle tinte country/folk. Si prosegue con il brano sperimentale degli A parallel. I nostri hanno utilizzato la canzone tradizionale francese alla quale hanno aggiunto un recitato molto teatrale. Il brano è una ballata lenta, strascicata, molto intensa. Segna il passo successivo

Pino Nuvola grazie ad uno strumentale acustico sognante, etereo, d’atmosfera. I toni, pur partenda da una base unplugged, si alzano con gli EHCS. La loro ballata semi acustica ha interessanti crescendo elettrici che si alternano ai momenti di calma. Intervalli elettrici che riescono a raggiungere un buon muro di suono pur restando in ambito rock. Si cambia registro con i Boby Solo. Si torna all’acustico ma con sapore scanzonato, indie per certi versi. Accompagnamento essenziale su un ritmo easy listening e solare. Un po’ ‘chitarra da spiaggia’ un po’ cantautorato.

Rompe l’atmosfera serena Marcelo con un brano non etichettabile. Indie, elettronoise, psyco rock, tutto assieme per un canzone tutta da scoprire. Proseguono l’esposizione del mondo Pipapop i Caniggiah. Partono con una in dialetto veneto (almeno così pare) per spoi spostarsi su lidi elettro pop. Ad imprezziosire il tutto ci pensano cori dai colori folk mischiati ad interventi di elettronica su una base di pianoforte. Interessante il contributo di xoX.

Questo presenta una ballata acustica con orchestrazione di violini, inserti chitarra crunch, e un cantato indie/post rock. Penultimo artista in lista è Riccardo Buck. La sua canzone è una ballata acustica, leggera. Il testo si rifà a momenti sereni, ricordi d’infanzia. Tutto su un tappeto arpeggiato. Chiude la compilation Capitano Merletti con un ulteriore cambio di direzione. Questa volta è il britpop anni ’90 a fare capolino. Oasis, Verve sono i primi nomi che vengono in mente come indicazioni stilistiche.

In conclusione: un disco interessante, eterogeneo e multicolore. Una buona presentazione di artisti con diverse estrazioni ma tutti accomunati dalla volontà di esprimersi liberamente. Non è un disco facile. Va fatto girare più e più volte, anche solo per capire qual è il brano che si preferisce e quindi il genere più adatto alla propria sensibilità. Un ottimo spaccato di sensazioni e emozioni.

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