Recensione di Carmine Rubicco

Per chi suona la chitarra ascoltare un disco come quello di Daniele Mammarella è un vero piacere. C’è tutto: tecnica, ritmo, vivacità, immediatezza, un songwrithing maturo e mai stucchevole.

E diversamente non potrebbe essere visto il curriculum del giovane chitarrista pescarese:

ha iniziato a studiare chitarra ad 8 anni con il Maestro Benedetto Conte, chitarra fingerstyle, facendo di questo genere la propria vita. Nel 2016 si diploma al Guitar College of London in Plectrum Guitar. Nel 2017 si diploma al Guitar College Of London 8 grade in Guitar Pop&Rock. Ora è docente di Chitarra Moderna presso APM di Benedetto Conte (PE) e Music and Art International Academy di Giuliano Mazzoccante.
Nel 2019 inizia la sua collaborazione con ValMusic Professional come Endorser delle mitiche chitarre Richwood.

Ora, diciamo che i titoli non sono necessariamente sinonimo di talento, ma in questo caso le cose coincidono.

Un disco strumentale che mai annoia, che ha come protagonista assoluta la chitarra acustica e le sue infinite possibilità espressive in fingerstyle. Si passa da brani assolutamente countryeggianti, come è giusto che sia, a momenti più delicati e introspettivi.

Non mancano le soluzioni più leggere e divertenti come Dune buggy che tutti ricordano nella colonna sonora del fil con Bud Spencer e Terence Hill.

Nessun cedimento nello scorrere delle trace, nessun virtuosismo fine a se stesso. Tutto ben calibrato e suonato. La produzione ottimamente ha saputo dare sostegno al lavoro del musicista con un suono cristallino ma allo stesso tempo molto caldo e ‘ruvido’.

In conclusione un disco consigliabile a tutti gli amanti della buona musica che sono in cerca di stimoli e soluzioni non scontate.

Da avere un discoteca

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