Testo e foto a cura di Carmine Rubicco (immagini per gentile concessione dell’agenzia fotografica Profili)

Un’occasione mancata per la musica originale

Grande successo di pubblico per la seconda edizione del Rock for Life targato Novara. La serata piemontese, svoltasi sabato 4 marzo nel Pala Igor, ha raccolto un folto e accalorato pubblico. Ben 28 le band, spaziando dall’heavy metal al rap passando per gli anni ’60, che si sono susseguite sul palco coadiuvati per il cambio strumenti dalla musica dei dj di Radio Azzurra.

E proprio uno di questi, Flavio Pavia, è stato il mattatore della manifestazione. Questa la cronaca. Il report del festival è altra cosa e va suddiviso in due parti. Da una, l’organizzazione, dall’altra la proposta musicale. Per quanto concerne la prima, tolta la necessità di tagliare la scaletta delle band da un certo punto in poi per rispettare il tempo a disposizione, è stata ineccepibile.

Dall’accoglienza ai servizi interni tutto era al proprio posto. Circa la proposta musicale il discorso si fa decisamente più complesso. Fermo restando le capacità di ogni singola band, la maggior parte di esse ha presentato un repertorio di cover. Numerosi e diversi i tributi, tutti di livello, ma scarsissimi i brani originali. La domanda è, come si può recensire un gruppo che suona cover? Qual è il parametro, la somiglianza con l’originale? La difficoltà dei brani scelti? L’energia con la quale questi sono stati eseguiti?

Se così è tutti i  gruppi possono essere messi sullo stesso piano o quasi. Tutti bravi, puliti, e, chi più chi un po’ meno, coinvolgenti. Qualcuno ha brillato per intensità, i Drifters, Iron Maiden tribute ad esempio, accompagnati dall’ex chitarrista dei Vanadium, o gli Only Trouble, duo acustico concentrato sui classici del rock.

Ma gli altri non sono stati molto da meno. Generi diversi, dal tributo a Santana degli Stone Flower passando attraverso gli ZZ Top della Very baddest band per arrivare al rock dei Queen con i Queen on five, tutti motivati e precisi. Per la perizia tecnica vanno certo sugli scudi i Gloden Age 4 e il loro repertorio prog. Ma è sufficiente questo per definire la recensione di un gruppo che si esibisce dal vivo? Decisamente no. I Rama guidati da Mario Schiuma hanno fatto un po’ da spartiacque offrendo sempre cover ma con un tocco in più, ossia personalità. I novaresi sono rinomati per questo e non hanno certo deluso chi è venuto per loro.

Tra le 28 band che hanno calcato il palco la palmares va certamente affidata agli Alastris. Gruppo di giovanissimi che ha presentato brani originali di death metal a metà strada tra l’old e la new school. La loro esibizione potrà non essere stata il top tecnicamente, alcuni problemi di suono hanno penalizzato il primo brano, ma va riconosciuta la carica e il coraggio di questi ragazzi.

La via da percorrere per pulire i suoni e avere uno stile proprio è ancora lunga, tuttavia la direzione è senza dubbio quella giusta. Sulla stessa falsa riga, anche se per genere diverso, Ska e Dwight, duo rap. Anch’essi molto giovani ma con fiducia nei propri mezzi e carica da vendere.

Per i brani originali si sono poi distinti i Triciclo Musical, un interessante connubio tra cantautorato italiano e spruzzate psichedeliche come nel brano Onde. In ultimo i Ku Da. Di certo la realtà più intrigante della serata con la loro miscela di elettronica e post rock con inserimento di violino. Musicisti ‘navigati’ e sicuri delle proprie potenzialità, hanno offerto una performance emozionante e coinvolgente.

Unica pecca la mancanza sensibilità per il limite. Il protrarre troppo a lungo una canzone non sempre è una mossa vincente soprattutto in contesti così congestionati di musicisti. Nel loro caso è subentrata la monotonia e lo sforamento del tempo a disposizione cosa che, da diversi partecipanti, è stato letta come mancanza di rispetto per i gruppi che si sarebbero dovuti esibire in seguito.

Spente le luci del Pala Igor rimane una domanda senza risposta: possibile che su 28 gruppi neppure la metà abbia eseguito pezzi propri? Eppure le capacità non mancano. E le band che invece già eseguono musica originale dov’erano? Perché, viste le già esigue possibilità di esibirsi dal vivo, non hanno approfittato di questa occasione? Non sarebbe stato forse più interessante terminare la serata con un gruppo originale anziché con l’ennesimo tributo a Vasco che, per quanto uguale all’originale, non dona nessun tipo di spunto culturale o arricchimento?

12 pensiero su “Rock for Life, grande successo dell’edizione 2017”
  1. Ciao, ho appena letto l’articolo su Rock for Life, e, lo ammetto, essendo uno di coloro che hanno suonato probabilmente non sono obbiettivo. Sono d’accordo su quasi tutto tranne che per due piccole cose: i Keep Dry ( la mia band) fa e ha sempre fatto musica propria,composta ed arrangiata da noi, “Cuore” proposto sabato è uno dei nostri brani. La seconda cosa , il problema del taglio del tempo è dovuto al fatto che qualcuno ha pensato di essere una superstar e prendersi ben più del tempo concordato, fregandosene degli altri. Peccato, perché il fine è benefico e gli organizzatori si sono sacrificati per offrire tutto questo spettacolo. Ciò detto w la musica e chi la fa e la ascolta. Rock on . Fabrizio.

  2. Ero presente al concerto e posso dire che parte dell’analisi fatta mi sembra corretta. Giusto un paio di precisazioni… Nell’articolo non si fa minimamente accenno al fatto che fosse un evento di BENEFICENZA ( errore non da poco non sottolinearlo in quanto era il pilastro di tale manifestazione), Seconda cosa mi pare un po difficile intrattenere 1700 persone con band che eseguono totalmente brani inediti e poco conosciuti; la gente vuole cantare e ballare quindi ho trovato perfetta la scelta di alternare brani inediti con cover (provate ad andare ad un concerto di un artista famoso senza conoscere nemmeno una canzoni e ditemi se di divertite). Terzo ed ultimo punto ci si lamenta della mancanza di gruppi che propongano canzoni inedite ma nell’articolo non si citano le band che le hanno proposte (la coerenza questa sconosciuta….) Diciamoci la verita’ si spinge tanto sulle novita’ ma poi le band che vengono chiamate nei locali sono tutte cover band… In ogni caso serata bellissima e di grande successo. Spero si ripeta!

    1. Grazie per gli appunti, sempre ben accetti quando costruttivi.
      Il mancato riferimento all’evento benefico è stato un ‘peccato veniale’.
      Infatti è in programma un’intervista di approfondimento agli organizzatori in cui spiegheranno cos’è Rock for life.
      Sull’intrattenere 1700 persone con musica originale non concordo. Esistono decine di manifestazioni in tal senso e il pubblico si diverte pur non conoscendo i brani. Anzi, le persone vanno apposta per cercare di scoprire gruppi nuovi. Direi che la discriminante non è conoscere o meno le canzoni quanto forse la disponibilità ad ascoltare musica nuova e la capacità di coinvolgimento delle band che si esibiscono. Ciò che asserisce conferma solo un fatto, ossia che troppo spesso non interessa la musica in quanto tale quanto che la serata sia divertente. Ossia vado a sentire cose che già conosco, appunto. Viene da sè che ad ascoltare musica originale si possa correre il rischio di imbattersi in proposte non di proprio gusto. D’altra parte, però, si corre anche il rischio di scoprire realtà interessanti, magari innovative che non solo vanno incontro al palato del pubblico ma ne ampliano gli orizzonti. Nello specifico ho personalmente apprezzato i Positive Vibes, che non conoscevo assolutamente, i brani dei Six on seven, i Triciclo Musical, gli Alastris e i Ku Da (gusti personali e non di merito per le altre band che hanno presentato pezzi propri). La musica non è solo intrattenimento. Chi suona, tante volte, si esprime e vuole trasmettere emozioni. Da chiarire che non si ha nulla ‘contro’ chi fa cover, ma un evento come Rock for Life era un’ottima occasione per far conoscere la propria musica. Era un festival, non una serata in un locale.
      Circa l’ultimo punto devo dedurre che non abbia letto l’articolo fino in fondo. Infatti le band che hanno proposto musica originale sono state citate, non tutte per questioni di lunghezza dell’articolo (se lei non è arrivato in fondo vuol dire che è in ogni caso troppo lungo).
      Sul fatto che molte delle band che suonano nei locali propongano cover va incontro esattamente a quanto da lei esposto, ossia ci si deve divertire senza correre rischi. Il che che differenzia l’appassionato di musica da un semplice fruitore. E’ su questo che molti gestori di locali basano la scelta dei gruppi che devono suonare. Diversamente non si avrebbe un invasione di gruppi che propongono tutti il medesimo repertorio con qualche piccola variante. Se il pubblico avesse una predisposizione diversa ci sarebbero decisamente più ensamble che proporrebbero musica originale con maggiore soddisfazione da parte di chi suona e anche di chi ascolta che non sentirebbe per l’ennesima volta la solita scaletta. Purtroppo è un discorso di preparazione e predisposizione culturale che tante volte manca. Fortunatamente non è ovunque così. A Novara stessa esistono realtà che, rischiando, fanno esibire esclusivamente band originali.
      In conclusione, Rock for Life è stata una grande manifestazione con ottimi musicisti, nessun gruppo escluso.
      Peccato lo sbilanciamento verso il già sentito rispetto alle novità. Ottima la scelta di alternare musica dal vivo con brani trasmessi dai dj. Quelli si per forza di cose già sentiti, ma ci stà.
      Carmine

  3. Carissimo Sig Rubicco, volevo commentare il suo articolo nella misura che , probabilmente non le sono piaciuti, la band Keep Dry suona e propone solo e soltanto brani propri e peccato le sia sfuggito, in questo carico di coverband, una può non essere notata.
    Per il resto concordo su tutta la sua analisi, compresa quella sul gruppo che si è dilungato troppo creando problemi alle altre band, sono convinto che fosse successo a loro avrebbero fatto il diavolo a quattro…
    Grazie per l’attenzione se dedicata.
    Fabrizio

    1. Egregio Sig. Fabrizio,
      grazie per i commenti. I suoi Keep Dry non mi sono sfuggiti e mi sono piaciuti. Non sono stati citati, come altre band che hanno proposto musica originale, per motivi di lunghezza dell’articolo, che in ogni caso è risultato troppo esteso. Le faccio una pubblica proposta per chiedere ammenda, che allargo a tutte le altre band originali, per un’intervista nella quale presentare la sua band e la musica che proponete, oltre ai classici progetti per il futuro.
      Cordialmente,
      Carmine

  4. Grazie per la risposta, L’articolo l ho letto fino in fondo attentamente (Sono arrivata alla fine di Guerra e Pace figuramioci se mi fermo per cosi poco 😉 ) Quello che intendevo io e’ che lamentandosi nell’ articolo del fatto che c erano poche band che proponevano brani propri io le avrei citate tutte proprio per dimostrare che la musica originale merita spazio, tutto qui. Cordiali saluti

    1. Grazie a lei per lo scambio. Dal mio punto di vista citarle semplicemente non era sufficiente. Infatti ci stiamo prodigando per intervistarle tutte.
      Grazie ancora per l’attenzione e il suo contributo.
      Carmine

  5. Scusi ma… l’unica domanda che sorge a me è questa: ma lei che scrive (facile scrivere eh! la faccia ce la mettono gli altri… giocare a recensire è un giochetto proprio da due soldi, visto che si critica l’Arte senza averne… – ma è un discorso lungo e vecchio ormai); dicevo, lei che scrive, ha capito cosa è andato a vedere/sentire? la risposta, leggendo il suo “articolo” è NO. allora vengo in suo aiuto e glielo spiego io: lei è andato ad assistere ad un CONCERTO PER BENEFICENZA, dove chi voleva esibirsi si è presentato! ha messo sul palco le proprie capacità, la propria disponibilità, la propria anima, per fare Musica! per BENEFICENZA!
    Ora, stiamo qui a sindacate e criticare la beneficenza??
    guardi che non siamo tutti figli di talent-show o di quei sterili patetici programmini televisivi dove si gioca a criticare gratuitamente dei “concorrenti”!…; perché il suo articolo è a questi che mi riporta.
    Ottimo tutto ciò che ha scritto (in analisi – perché per cronaca mancano talmente tante di quelle cose doverose che ha omesso… da dover virgolettare il termine “articolo” poiché diventa terribilmente incompleto e totalmente fuori tema!).
    Ma… HA SBAGLIATO ANALISI, non era un concorso né una vetrina. era BENEFICENZA !!! parola che non ha mai usato in questo “articolo”.
    Gliele faccio io un po’ di domande:
    Perché non ha parlato di Rock For Life?
    Perché non ha parlato di BENEFICENZA??
    Perché non ha menzionato tutti gli artisti che si sono esibiti?
    Io ho sentito canzoni decisamente A TEMA di questa serata! ed erano anche “pezzi originali”!
    io, come spettatore (pagante ovviamente!!) ho sentito della buona Musica, mi sono divertito, ho respirato tanto calore umano, fuori, dietro, e sul palco (pubblico, Artisti, Tecnici).
    lei ha scritto solo una vagonata di inutilità…

    1. Egregio signor Roberto,
      innanzitutto grazie per l’interesse e per aver scorso il pezzo in questione.
      Entrando nel merito: ha letto da qualche parte che Tempi-Dispari è un giornale, blog, sito (lo definisca come meglio crede) di cronaca? Penso di no. Fino a prova contraria si occupa di musica fin da quando è nato. Ergo l’interesse è puntato su questa più che sul resto. Nessuno ha criticato l’iniziativa ma, come si evince chiaramente dallo scritto, ciò che si è voluto evidenziare è stata la mancanza di attenzione da parte di band originali verso una manifestazione così onorevole e importante.
      Il quesito resta ancora senza risposta e lo ribadisco: perché i gruppi che suonano musica originale, che tanto lamentano la mancanza di spazi, non hanno approfittato dell’occasione? Questo è cuore dell’articolo che pensavo lapalissiano e lineare. Evidentemente mi sono sbagliato.
      La faccia ce la metto e come visto e considerato che l’articolo è firmato per esteso e lei mi ha scritto.
      Criticare l’arte senza averne? Non mi permetterai mai. La musica è una cosa seria e per poterne parlare la si deve prima fare. E infatti la faccio. Non che sia di suo interesse o di interesse pubblico ma evidentemente serve a spiegarmi, di musica ne mastico da 30 suonandola oltre che ascoltandola e scrivendone da diversi anni in contesti diversi e decisamente più ampi di Novara.
      Ergo ritengo di parlare a ragion veduta.
      Articolo fuori tema? Non direi. Essendo un giornale di musica e critica musicale il pezzo ha centrato il punto, ossia la qualità della proposta.
      Ripeto, nessuna critica alla beneficenza, come lei asserisce, o al contesto tanto che gli organizzatori non hanno avuto nulla di ridire su quanto scritto.
      Semplicemente un quesito.
      Mi dispiace aver richiamato alla sua mente poco edificanti esempi come i talent, da sempre criticati (questa volta si) da queste pagine, ma nessuno “gioca a criticare gratuitamente dei “concorrenti”.
      Posso capire, non condividere perché non è condivisibile, la non abitudine alla recensione musicale a Novara dato che nessuno o quasi se ne occupa.
      Resta il fatto che un gruppo nel momento in cui si esibisce dal vivo si ‘espone’ al punto di vista (noti bene che non ho utilizzato il termine giudizio perché nessuno giudica ma si esprimono dei punti di vista appunto) di chi ascolta. Non credo che l’organizzazione abbia raccattato musicisti per fare numero solo perché è stata una iniziativa di beneficenza. Tutt’altro. Tutte le band, nessuna esclusa, sono state bravissime. Tutti musicisti, chi più chi meno, preparati.
      Non c’erano concorrenti, solo band che si sono esibite. Questo a me è interessato in questo articolo. La musica, lei mi insegna, non è un gioco.
      Mi rammarica altresì che ciò che ho scritto sia stato travisato in questo modo.
      Evidentemente non sono stato sufficientemente chiaro quando ho scritto che l’organizzazione è stata ineccepibile e una cosa è stato il contesto e altra la proposta.
      In conclusione, la ringrazio per avermi spiegato cosa sono venuto a sentire e vedere e per avermi spiegato cosa vuol dire esibirsi per beneficenza mettendo “sul palco le proprie capacità, la propria disponibilità, la propria anima, per fare Musica!. Tuttavia la inviterei a rileggere l’articolo, mi dispiace per lei ma di questo si tratta non foss’altro che lo scrivente fa questo mestiere, e cercare di centrare meglio il punto di vista espresso. La pregherei poi di continuare a seguire queste pagine che a breve, tempi tecnici di scrittura, vedranno un’intervista agli organizzatori tutta centrata sulla beneficenza e su Rock for Life.
      Se, a suo parere, ancora una volta non dovessi aver capito qualcosa, non si faccia remore a farlo presente.
      La pregherei solo di evitare toni personali.
      Cordialmente,
      (la mia foto la può trovare tranquillamente su internet se la firma non basta per metterci la faccia)
      Carmine Rubicco

      NB: sulla “vagonata di inutilità” ho soprasseduto volontariamente perché evidentemente non conosce il contesto musicale che non sia quattro amici e una chitarra.

  6. la ringrazio per avermi addirittura risposto.
    la ringrazio per il modo educato col quale mi ha dato dell’ignorante. sa scrivere molto bene e dev’essere una persona molto colta. ma non mi faccio prendere in giro.
    dunque se è come dice in risposta, l’articolo resta totalmente fuori tema. mi rispiego:
    sta ostinatamente difendendo il suo pezzo, ma resta fuori tema.
    “Essendo un giornale di musica e critica musicale il pezzo ha centrato il punto, ossia la qualità della proposta.”
    e se questo è il punto dell’articolo, allora è fuori tema. non il punto, ma l’articolo!
    se si occupa di musica, (in che modo in questo articolo? non ho letto poi molto inerente alla Musica) non faccia il “dispensatore” in un ambiente di beneficenza. perché rischia, appunto, il fuori tema.
    Qui è stata creata una serata di Beneficenza, e lei parla di aspetti non inerenti… questo, non fa bene alla beneficenza… ma è “tutta roba gratuita”… finalmente a Novara viene fatto qualcosa di buono e…? perdiamo tempo a criticare aspetti secondari?
    ho dovuto ripetermi più volte, ma non ho altre carte contro chi difende a spada tratta un articolo tale.
    Forse preso dal suo tecnicismo professionale, non si è reso conto che in questo articolo ha insultato parecchia gente, parecchi artisti, e in ultima analisi non meno importante anche il pubblico! (ed ecco perché mi sono scomodato a rispondere).
    coperto dalle apparenti lodi sporadiche, ciò che resta è una critica generale.
    Faccia il suo mestiere come ha sempre egregiamente e onorevolmente fatto, ma quando si parla di beneficenza se ne resti fuori. non ci servono analisi di questo livello. è più onorevole.
    rispettosamente.
    Roberto

    PS: il NB si riferisce al fatto che sono inutilità in questo contesto! ma credo di essermi già espresso.

    1. “Addirittura” mi sembra eccessivo. Come può ben vedere cerco di rispondere a tutti, almeno fino a quando i toni sono civili e di scambio.
      Partendo dal presupposto che i nostri punti di vista non si incontreranno mai perché prendono spunto da visioni completamente diverse, mi permetto solo due precisazioni.
      Perché fuori tema? Oltre che una manifestazione benefica è stato anche un concerto. Occupandomi di musica mi è sembrato naturale scriverne. Devo dirle che mi sono trovato in difficoltà perché raramente in contesti analoghi, e si, mi è già successo di recensire concerti di beneficenza, mi sono trovato di fronte a così tante cover band.
      Poi, non mi faccio dispensatore di nulla. Non posso che ribadire che non c’è nessuna critica alla manifestazione in sè, ce ne fossero di più sarebbe gran cosa e per la beneficenza e per i gruppi.
      Non credo poi che le pagine di Tempi Dispari siano il contesto giusto per tessere lodi all’iniziativa senza fare accenno alla parte musicale. Per quello ci sono testate sicuramente più qualificate e accreditate che certo nei prossimi giorni non mancheranno di scrivere articoli in tal senso.
      Ancora, non ritengo di aver insultato nessuno. Come diverse volta sottolineato tutti i musicisti sono stati bravissimi, il che non lo chiamerei insulto.
      Per quanto riguarda il pubblico non ne ho minimamente accennato se non in termini di partecipazione. Che poi in Italia, non solo a Novara, possa esistere un problema di cultura musicale è un altro discorso che non è stato in minima parte affrontato nell’articolo in questione.
      Seguendo il suo ragionamento il mio sta diventando un articolo che ha demolito un’iniziativa notevole e lodevole senza una ragione ma solo per il gusto di farlo. Non mi pare sia questo quello che traspare da quanto scritto. E’ espresso a chiare lettere che la manifestazione è stata un grande evento.
      Ripeto, posso capire la poca abitudine alla separazione degli ambiti e alla concentrazione più sull’aspetto musicale che contestuale, ma se si vuole scrivere un report così deve essere. Non posso che ribadirle di seguire le nostre pagine e leggere l’intervista agli organizzatori che certo verrà più incontro all’aspetto umanitario dell’iniziativa. Altro non saprei cosa dirle.
      Carmine

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