aeternum

Gli Aeternum sono una band heavy metal classico, fondata a Roma, nel gennaio del 2009, da un’idea di Aleister Hunt (voce) e Filippo Martini (Batteria).
Per via del background diversificato dei suoi componenti, sin dal primo show, la band decide di esibirsi con un repertorio unico e completamente inedito. In poco tempo prende parte a concerti di artisti come:nMark boals (malmsteen), Edu Falaschi (Angra), Pain of Salvation. Nel Novembre del 2017 pubblicano il primo EP “Aeternally” che verrà successivamente messo in onda in Italia da Radio città futura ed in Argentina da EQ radio. In questa chiacchierata fanno luce su cosa significa per loro suonare dal vivo, sul proprio concetto di underground, suggeriscono una miriade di band da seguire. Un’intervista tutta da leggere.

Una presentazione per chi non vi conosce

Beh, di cose da dire ce ne sarebbero un milione. Sono ormai svariati anni che calchiamo i palchi capitolini e non, portando con noi la nostra musica e la voglia di spaccare il mondo, anche se qualcuno di noi non è più propriamente un ragazzino ma, sai, siamo i fottuti Aeternum, qui non c’è tempo per invecchiare!

Entriamo subito nel merito dell’intervista: per qualcuno la musica live sta morendo. Cosa ne pensate?

Se dico “cazzi loro” si offende qualcuno?

Che cosa vuol dire per voi suonare dal vivo?

Altra domanda dal milione di risposte. Diciamo che si potrebbe ricondurre il tutto ad una sorta di orgia cosmica, spirituale, in cui chi sta sul palco e chi sta sotto gode donandosi reciprocamente agli altri, condividendo la natura più intima della propria anima. La musica, almeno per noi è questo. Ha il potere di metterti completamente a nudo, di guardarti dentro e far guardare chi vuole farlo. Senza vergogna, perchè proprio come sotto i vestiti siamo tutti nudi, così dentro di noi, tutti abbiamo un’anima. Qualcuna è radiosa, qualcuna puzza di merda ma questa è la vita.

Perché avete deciso di prendere parte ad un festival?

Beh, penso che il punto precedente fornisca una risposta abbastanza esauriente anche a questa domanda, no?

Secondo la vostra esperienza, come è cambiato il pubblico?

Il pubblico non cambia. Cambia il modo in cui chi sta sul palco lo percepisce. Siamo cambiati noi, quindi è cambiata la nostra percezione del pubblico. Con tanta gente abbiamo stretto legami di amicizia, collaborazione, scambi di idee. Il palco è un grande maestro di vita. Non importa quanto grande sia. Il pubblico ti insegna a stare al mondo, in un certo senso

Vedete un cambio generazionale?

Se ti riferisci alla parte fisica, beh…per forza. Tra chi si ritira, chi si scioglie e chi tira le cuoia…Ciò che non cambia, almeno nel Rock, è il suo spirito e penso stia rimanendo vivo anche nelle nuove generazioni. Fanculo i vecchi tromboni dell’ “eh, ai nostri tempi”

La difficoltà maggiore del suonare dal vivo?

Smettere

Cosa manca ai concerti, pubblicità, supporto del pubblico o cosa?

Mancherebbero tante cose ma non siamo all’ ospizio e lamentarsi non cambierà le cose. Servono i fatti.

Una band per cui vi piacerebbe aprire?

Ce ne sono davvero troppe, a tutti i livelli.

Una che vorreste aprisse per voi?

Credo di non averci mai pensato, sai?

Il vostro concetto di underground?

Una grande famiglia di caciaroni appassionati che si divertono anche quando non si conoscono e che, qualche volta, si stanno sui maroni

La sua ‘malattia’ peggiore? La cura?

Malattie ne ha un casino. La cura? La collaborazione e la passione

Una band underground che consigliereste?

Così a bruciapelo White thunder Neverhush ed Aredhea, Ruinthrone ma l’underground è davvero un vivaio incredibile, capace di riservare continue sorprese, anche quando si parla di vecchie conoscenze

Una mainstream che ancora vi stupisce?

Nonostante seguano più o meno gli stessi schemi da sempre, i Maiden. Sembra una risposta banale ma credo sia l’unica in grado di accomunare il pensiero di tutta la band

Una domanda che non vi hanno mai posto ma vi piacerebbe vi fosse rivolta?

M’hai messo in crisi. Credo che la risposta esatta sia “error 404”

Se foste voi ad intervistare, ipotizzando di avere a disposizione anche una macchina del tempo, chi intervistereste e cosa gli chiedereste?

R.J.D penso sia il più papabile ma anche Ozzy non scherza. Diciamo che nel secondo caso, sarebbe più faticoso capirlo ahahahaha

Mi piacerebbe tantissimo sentirlo raccontare le storie di sua nonna. Saperne di più dalla sua voce, ecco. Cazzo, stiamo parlando dell’origine del segno delle corna!!!

Un saluto e una raccomandazione a chi vi legge

Lvx e Tenebris!

Vogliatevi bene

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