Gli anni ’80 sono stati la golden age per la produzione musicale italiana destinata ai dancefloor internazionali: mai come in quegli anni, dagli studi di registrazione italiani uscivano progetti dance il cui sound elettronico unito a melodie orecchiabili e ballabili e a un cantato in inglese di facile presa riempivano le piste da ballo di tutta Europa e non solo.

Il fenomeno si è naturalmente esaurito con la crescita della musica house, ma il firmamento di quegli anni ha visto brillare alcune stelle i cui nomi si ricordano ancora a 30 anni di distanza.
Una di queste era addirittura una “stella binaria”…

Parliamo di Tom Hooker, artista americano a cui dobbiamo alcuni tra i maggiori successi internazionali dell’epoca. Tom cantava ed era anche autore di questi brani, intendiamo quelli pubblicati a nome Tom Hookere non solo: sua la voce ma anche la creazione di grandissimi successi in progetti in cui, come succedeva spesso a quei tempi, i front-man erano modelli la cui immagine veniva ‘applicata’ a progetti musicali prodotti in studio da altri. Ci sono infatti stati addirittura situazioni in cui all’interno della stessa cornice televisiva si succedevano sul palco due performance, una di Tom Hooker e la successiva sotto altri nomi ma con esattamente la stessa voce…

Tutto questo era noto agli addetti ai lavori, ma veniva ovviamente taciuto al pubblico.

Tom Hooker ha quindi vissuto molto intensamente e, segretamente, con un doppio riconoscimento quegli anni, sino al loro naturale esaurimento. Quando poi l’amore lo ha ricondotto negli Stati Uniti, ha scoperto una seconda vocazione divenendo in pochi anni un noto fotografo e visual artist sotto il nome di Thomas Barbey (sin dal matrimonio aveva infatti scelto di adottare il cognome di sua madre).

Ed è negli Stati Uniti che è stato avvicinato dal regista Jonathan Sutak, che ritrovati vecchi vinili dei più grandi successi dell’Italo Disco ha deciso di raccontare questa singolare scena artistica, con tutti i retroscena e gli “scandali” che ne hanno caratterizzato la breve ma intensa parabola, e non poteva quindi rinunciare a raccontare la storia, “doppia” di Tom Hooker, che ha incontrato, intervistato e ripreso nel corso dei suoi concerti americani.

Sì perché Thomas Barbey non ha certo cancellato Tom Hooker e la sua passione per la musica. Ritrovato il produttore dei suoi successi, Miki Chieregato, anch’egli ora negli Stati Uniti, ha ritrovato anche la voglia di scrivere e cantare: dopo un tour statunitense in cui sono stati riproposti tutti i maggiori successi composti e interpretati da Tom Hooker (Looking for love, Help Me, Atlantis e Feeling Okay ma anche Future Brain, Bad Boy, Charleston e Don’t Break My Heart) è infatti in uscita a novembre 2018 negli Stati Uniti l’album di inediti “Big Boys Don´t Cry”.

La proiezione romana di DONS OF DISCO sarà per lui l’occasione di tornare per qualche giorno in quell’Italia di cui ha animato e riempito per tanti anni i dancefloor come un vero Boss della disco.


Lunedì 15 ottobre, ore 18 – Casa del Cinema (Largo Marcello Mastroianni, Roma) DONS OF DISCO – Jonathan Sutak, Stati Uniti, 2018, 84’
Evento di pre-apertura della Festa del Cinema di Roma.

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

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