Recensione a cura di Carmine Rubicco

Ci sono voluto quasi 20anni ma alla fine sono arrivati, gli eredi dei Timoria. Si tratta dei catanesi Karbonica. Quei Colori, disco targato novembre 2016, è un ottimo prodotto di hard rock italiano come non se ne sentono spesso. Italiano ma che non dimentica il contesto e le influenze internazionali del genere. Un disco dove le chitarre la fanno da padrone, sono ruvide, taglienti, ben prodotte e dove la voce è potente e impegnata in melodie incisive. Il richiamo stilistico immediato non può non essere che alla band bresciana. Il cantato di Riccardo Trovato (voce/chitarra acustica) richiama quello di Renga, come quello di Negrita e dei Litfiba, ma di richiamo si tratta. I testi in italiano ben si conciliano con la base elettrica toccando ora tematiche sociali ora biografiche ora più disimpegnate. I Karbonica sono riusciti là dove si ‘schiantano’ molti gruppi che cantano i italiano. Ossia sono riusciti a fare una summa del rock nostrano miscelandolo con i canoni internazionali creando così uno stile proprio moderno e attuale.

Nell’insieme Quei colori è un disco ben fatto, ottimamente strutturato e suonato che si discosta dalla maggioranza delle proposte attuali proseguendo un strada avviata negli anni ’90. Soprattutto è un disco che mette in evidenza come sia possibile utilizzare bene l’italiano per scrivere canzoni rock.

Track list

L’inganno
Pezzo d’africa
Lei è musica
Quel bisogno che
Quei colori
La tua rivoluzione
Scappo via
La tua città
Ti raconterò
Libera

 

I Karbonica sono:

Riccardo Trovato (voce/chitarra acustica)
Herry Found (batteria/percussioni)
Giuseppe Puglisi (basso/cori)
Marco Miceli (chitarra/cori)
Orazio Basile (chitarra)

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