Intervista raccolta da Carmine Rubicco

Grandi collaborazioni, una carriera più che ventennale, soddisfazioni e l’organizzazione di Rock for Life. Questa la vita artistica e non di Francesco Farina, cantautore novarese che nel suo prossimo futuro vede la pubblicazione di nuovi singoli. 

Chi è Francesco Farina?

Sono un cantautore e un sognatore. Amo emozionare ed emozionarmi. Sono sempre alla ricerca di sogni da realizzare.
Classe ’79, scrivo canzoni dal 1994. Genere Rock italiano. Nel 2010 conosco Massimo Luca (chitarrista, produttore e talent scout, tra gli altri, di Biagio Antonacci, Gianluca Grignani e Fabrizio Moro) che crede subito nei miei lavori e con il quale inizia una splendida unione artistica.
Sotto la guida dello storico chitarrista di Lucio Battisti (sia in qualità di chitarrista, con la sua fedele Martin, che di Produttore Artistico), incido nel 2011 l’EP Non c’è bisogno di correre (contiene il singolo Voglio Alice cantato con Pia Tuccitto, cantante ed autrice per Vasco Rossi, Irene Grandi e Patty Pravo) e tra il 2013 e il 2016 incidiamo, rispettivamente, i singoli Vivere è come volare, Chi mi manca sei tu, Baby, Baby e Rock for life.

Il progetto porta il tuo nome, ma dal vivo ti sei avvalso della collaborazione di valenti musicisti, sono la tua band o dei session? Quanto conta per un cantautore essere supportato da una band di livello?

Una delle cose fondamentali è proprio essere supportato da “una band di livello”! Sin dagli inizi ho sempre voluto mettere la faccia ed il mio nome in ogni lavoro che ho proposto al pubblico, non mi sono mai nascosto. E sin dall’inizio ho sempre cercato, e trovato, musicisti straordinari sia sotto l’aspetto umano che artistico. Arrivo dal termine di un lungo sodalizio con i miei precedenti musicisti e ripartirò con quelli che mi hanno supportato in Rock for life 2017.

Come per gli altri che hanno fatto la tua stessa scelta, la stessa domanda? Perché cantare in italiano?

Siamo in Italia e mi piace la lingua italiana. Ascolto da sempre i cantautori italiani e non mi ha mai stuzzicato l’idea di cantare in una lingua diversa dalla nostra. Sicuramente non mi rappresenterebbe.

Qual è la difficoltà maggiore di trasporre in musica un testo in italiano considerando che è molto più complesso dell’inglese?

Non ho mai scritto in una lingua diversa quindi non trovo “difficile” trasporre in musica un testo in italiano. E’ più difficile scrivere un bel testo, avere una bella idea…!
Sicuramente si deve fare attenzione agli accenti, anche se negli ultimi anni in molti non ci fanno più caso… nemmeno i nostri Big. Però ci sono dei trucchetti per evitare di sbagliare… e per questo ringrazio il mio produttore!

Limiti e possibilità di un cantautore

Gli eventuali limiti e possibilità di un cantautore sono gli stessi di una band. Le canzoni sono la cosa importante, il vero motore. Lo studio, il sudore, il cuore e, infine subentrano fortuna, incontri, episodi.

In Italia quando si parla di rock i riferimenti nostrani sono sempre gli stessi e lo sono anche nello stile del cantato di molti artisti. È così difficile riuscire a trovarne uno proprio di stile?

Trovare un proprio stile non è semplice per nessuno (siamo anche un pò saturi…), c’è chi fa propri alcuni riferimenti dal panorama italiano e chi “pesca” all’estero. E’ un teatrino tutto italiano quello di dover per forza fare un paragone con questo o con quello. In prima battuta inviterei ad ascoltare la qualità e la bellezza delle canzoni.

Scegliere di fare il cantautore secondo te porta delle responsabilità dato che la cosa più importante sono i testi?

Responsabilità è una parola troppo importante credo sia corretto dire credibilità, questo si. Per essere credibile, nella musica cosi nella vita, bisogna essere credibili. Ed i miei testi, cosi come la mia musica, lo sono.
Leggendo la vostra recensione su RFL2017 ho letto il vostro “sfogo” sulla mancanza di brani originali e non ho compreso la scelta di non parlare di tutti gli artisti che li hanno proposti, dando di fatto più spazio alle cover band. Non si è parlato nemmeno di un testo importante come “Vivere è come volare” o quello di “Rock for life” che per fortuna hanno cantato tutti i 1.700 spettatori e i cantanti del concertone. Peccato non averlo sottolineato, non solo i cantautori hanno responsabilità/credibilità.

Qual è, se ce l’ha, il compito di un cantautore?

Ho già risposto con la domanda precedente. Se invece intendi un “compito sociale” direi proprio no… il cantautore descrive la realtà, descrive quello che vede, quello che prova!

La tradizione cantautorale italiana, un fardello, un limite o una fonte di ispirazione?

Direi che dovremmo vantarci di questa tradizione, musicalmente l’italiano è sempre stato troppo esterofilo. Nella nostra storia musicale abbiamo avuto artisti che non hanno nulla da invidiare a quelli stranieri, iniziando dalla musica napoletana ad oggi.

Quali saranno i tuoi prossimi passi artistici?

Tornerò in studio per registrare un nuovo singolo, insieme a Max Luca ho preso la decisione di non incidere più un disco intero ma solo singoli ben curati.

Un messaggio per chi ti legge

Continuate o iniziate a seguirmi sulla pagina facebook.com/FarinaOfficial cosi da poter essere sempre aggiornati sui miei prossimi lavori e concerti.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *