Ritorno in grandissimo stile per il combo romano

Raramente si fanno i complimenti ad una band su una recensione. È difficile che accada ma gli Anno Mundi li meritano. Questa terza fatica, Land of legends, è quasi imparagonabile ai lavori precedenti.

Rimane l’alone scuro e opprimente delle atmosfere, ma sono come patina superficiale. Quello che emerge dalle tenebre è un rock, non si può più parlare di heavy metal neppure in senso classico, maturo, sincero, evoluto, ottimamente suonato e arrangiato.

Sono cadute le barriere che bloccavano la band dal riuscire ad esprimersi appieno. Sono crollate rivelando un mondo che prende spunto da mille influenze. Si parte del folk per passare poi attraverso il metal e il rock tutto miscelato in salsa prog e sperimentale.

Finalmente il combo romano ha trovato la propria via espressiva, e che via. La maturità si evince anche solo dalla durata dei brani, tre sui cinque presenti vanno ben oltre i 10 minuti. Ciò non può che denotare una certa sicurezza nei propri mezzi e in quello che si ha da dire.

Non c’è nulla fuori posto. Tutto è dosato magnificamente. La sperimentazione, poi, rende il disco ancora più interessante. Stilisticamente non è semplice dare delle coordinate. Troppe, variegate e distanti sono le influenze, ora più ora meno esplicite.

Influenze che non si fermano alle band di riferimento di determinati generi, ma vanno ad attingere nell’underground da cui provengono. Ciò che emerge dal disco è un omaggio alla musica intesa in tutte le sue forme.

Soprattutto è un omaggio a chi la musica la fa, che sia conosciuto ai più o no. Land of legends è una summa delle conoscenze, tecniche, teoriche ma, soprattutto, culturali, dei membri della band. Nessun limite, quindi, se non quello del rock, e neppure troppo.

In conclusione un ottimo disco, perfettamente suonato, arrangiato e prodotto. Una perla che non può mancare sugli scaffali di chi si dice amante della buona musica, senza confini di generi e sonorità. Consigliato a chi non è avvezzo a certi suoni e a chi li ha già nelle orecchie ma è sempre in cerca di nuova espressività.

Se si potesse univocamente rappresentare in maniera visiva, Land of Legends potrebbe essere il viaggio di un cavaliere solitario attraverso terre desolate e deserte foriere di incontri, avventure e battaglie.

Ma ognuno ci vedrà ciò che la propria sensibilità e la propria fantasia gli suggeriranno. PS: seppur melodico nella sua gran parte, occorrono diversi ascolti per goderne interamente le sfumature.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *