Copertina Sado

Recensione a cura di Carmine Rubicco

Follia. È questo il sentimento che inevitabilmente sale dopo il primo ascolto del disco dei Sado. Non sono la band metal anni ’80 ma bensì la Società Anonima Decostruzionismi Organici.

E già il nome spiega molte cose. Il titolo del disco non è da meno: Musica per signorine da marito, sottotitolo, Cura uditiva della narcolessia in forma sentenziale. Follia perché, nella sostanza, il disco non è composto da canzoni intese in forma canonica. Sono esperienze uditive della durata massima di un minuta ciascuna, circa. Per cercare di dare un riferimento stilistico gli unici che possono tornare alla mente, ma solo a livello del tutto indicativo, sono i Mr Bungle degli esordi, quando cioè a dominarli era la follia pura, o gli Area della totale improvvisazione. Nel disco dei nostri non ci sono neppure testi, sono composti da semplici frasi, e non c’è neppure una voce in senso stretto essendo stato utilizzato il lettore di testi del pc come ‘cantante’. All’interno dei brani c’è di tutto, elettronica, jazz, free jazz, rock psichedelico e chi più ne ha più ne metta. Non è un disco semplice e sicuramente per essere apprezzato e capito deve essere ascoltato decine di volte di seguito.

Una cosa è certa, è uno dei prodotti di maggiore interesse, se non il solo, ma l’anno è ancora lunga, giunto fino ad ora in redazione. Una chicca da non lasciarsi assolutamente scappare da parte di chi cerca sperimentazione e volontà di dare un nuovo senso alla musica. Astenersi tutti gli altri. Crea dipendenza.

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