Recensione a cura di Carmine Rubicco

I milanesi Colpi repentini e il loro Duomo ore dieci, si pongono in quel filone incatalogabile che se si vuole in un certo qual modo è stato aperto da Elio e le storie tese. Nei brani dei nostri c’è di tutto, dal metal al blues, dal jazz al funky dalla psichedelia allo psychobilly. Il tutto all’interno della stessa canzone. Prova e presupposto che le capacità tecniche sono decisamente elevate. Il cantato in italiano offre testi generalmente disimpegnati ma con diversi riferimenti letterari più che musicali. Un disco bello che scorre con leggerezza e un’ottima produzione. Molto ben strutturati e posizionati i cori femminili a supporto. Se si vogliono dei riferimenti diretti quelli più immediati sono emergenti, Le Lingue di cui Passo e non tornerò richiama Hollywood Hollywood e, soprattutto, i Fantasia pura italiana. In questo secondo caso il parallelismo è più marcato in quanto i milanesi si muovono sulle stesse coordinate dei toscani. Ognuno si esprime nel modo che più gli confà e quindi i paragoni non reggono. Si può affermare però che ai meneghini, a conti fatti, manca qualcosa ossia una certa dose di ironia che fa una bella differenza a parità di capacità.

Non si può che ribadire l’ottima qualità del prodotto e le elevate capacità dei nostri ma manca un pizzico di follia in più che li porterebbe su un altro livello.

Tracklist:

01 L’avaro
02 Hipster
03 Lucia Nel Cielo Con Zumpa
04 Passo E Non Tornerò
05 Da Grande
06 Duomo Ore Dieci

Membri:

Alessio Piano: voce, chitarra ritmica
Andrea Terzi: tastiera, cori
Matteo Prevedello: chitarra solista
Federico Durante: basso
Matteo Costantini: batteria

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