Una goccia di etere, e il Quinto Elemento sia la musica

Gli Aether Drop e la loro battaglia contro la “spersonalizzazione” dell’individuo

Intervista di Francesca Di Ventura

Dai giovanissimi ci si attende generalmente spensieratezza, leggerezza e quella dose di inquietudine sufficiente a dare battaglia al mondo, alle sue convenzioni, al sistema. Quando ci si imbatte in due quasi ventenni che ti parlano di Aristotele, di quintessenza, di Apollo e Dioniso, si è scossi da un forte vento di speranza nell’umanità. Raffaele Pontillo e Mattia Lotini sono rispettivamente batteria e chitarra degli Aether Drop, band nu metal che sotto l’etichetta Agoge Records hanno appena rilasciato il loro album debutto “Mannequins”.

La band nasce nel 2011.

RP: Nel 2010 esistevano i Black Smith, di chiaro stampo heavy metal, esplicitamente ispirati ad Iron Maiden, Judas Priest. E mentre il resto della band esprimeva il desiderio di sperimentare, batteria e basso restavano ancorati alle origini, e pertanto ad un certo punto hanno deciso di distaccarsi dal progetto. I Black Smith cedono il passo agli Aether Drop con l’arrivo in squadra mio e di Luca (Allori, voce), e “Indifference” è l’unico pezzo che resta, seppur rivisitato, di tutti i brani della band di origine. La line up così costituita (Luca Allori– voce; Mattia Lotini – chitarra; Paolo Ripani – chitarra; Mattia Cocciolone – basso; Raffaele Pontillo – batteria) si è mostrata subito molto affiatata e legata dalla voglia di generare musica derivata dalla contaminazione di vari generi.

Aether Drop suona alquanto mistico.

RP: L’etere secondo Aristotele era l’elemento che, sommato agli altri quattro già noti (fuoco, acqua, terra, aria), costituiva l’essenza della vita. Il cosiddetto Quinto Elemento. Ma l’etere è anche una sostanza anestetica usata come droga voluttuaria. Secondo la sua filosofia, l’etere era anche la sostanza che permeava tutti i cieli. Ecco dunque la dicotomia tra sacro e profano, tra mistico e terreno, tra Apollo e Dioniso: Apollo è il dio dell’equilibrio, della misura, della ragione pura, Dioniso è il dio della sfrenatezza, dell’estasi, della creatività, dell’impulso della volontà. Noi siamo una goccia di entrambi i mondi, i due risvolti della stessa medaglia.

Come vi siete imbattuti in Gianmarco Bellumori.

ML: Tramite i Dogmate, una band di amici, nel 2012. Stefano Nuccetelli (voce e chitarra dei Dogmate) aveva registrato il nostro demo e lo avevamo colpito, così ci ha voluti al loro release party. Lì a quanto pare siamo piaciuti anche a Gianmarco, che ci ha proposto di firmare per la sua etichetta (Agoge Records).

Come vive una band di giovanissimi come voi l’avere un produttore che presiede ogni vostra scelta musicale e dirige i lavori.

RP: La giovane età è certamente sinonimo di ribellione e voglia di libertà, ma al tempo stesso la consapevolezza della nostra inesperienza fa di un addetto ai lavori della competenza e del talento di Gianmarco un dono prezioso. Gianmarco ad ogni modo dispensa consigli, ci aiuta a comprendere ed inserirci al meglio in questo complesso mondo, ma non  impone vincoli alla nostra espressione artistica.

Chi compone i pezzi degli Aether Drop.

RP: I testi sono di Luca a parte in un paio di brani, l’idea di base della sezione strumentale è generalmente un riff di da Mattia. Io sono l’arrangiatore (sorride).

Qual è il messaggio di “Mannequins”.

ML: E’ un concept album, sulla spersonalizzazione dell’individuo, in una società in cui si va avanti per automatismi, a tutti i livelli. La prima parte del disco racconta la nostra analisi, mentre gli ultimi brani raccolgono la nostra sintesi, delineata da incitamenti a reagire: è la nostra proposta di ribellione. Il video del singolo, “Attitude”, rappresenta per immagini l’angoscia dell’uomo soffocato tra le pareti della stanza delle convenzioni. Il desiderio di libertà lo porta alla fuga, ad attraversare tali pareti, verso la propria identità.

Un pezzo dell’album cui vi sentite legati.

ML: “Made of Tears”: partendo dalla delusione derivante dalla fine di un amore, analizza le conseguenze della eccessiva ingenuità, in generale, sollecitando a mantenere sempre alta la guardia. Siamo giovani ma non sprovveduti (sorride).

Il disco sta andando bene, ottenendo recensioni molto positive. Che peso date loro.

RP: Se propositive, sono sempre ben accette e fonte di crescita. Bisogna imparare ad affrontare le critiche, perché l’arte è per antonomasia soggettiva (al di là delle basilari norme tecniche oggettive).

Supportate la scena underground locale?

ML: Tutti noi in generale seguiamo le band che abbiamo potuto già apprezzare, in qualche modo. Ci documentiamo, ed oggi i mezzi sono molteplici, e se siamo attratti da quel che sentiamo andiamo ai live.

Che futuro attende i giovani talenti Italiani.

RP: Il futuro è, ahimè, in salita. Malgrado la situazione attuale, continuiamo a sperare in un risollevamento dell’interesse nell’arte nel nostro Paese, la cui attenzione è, giustamente, spostata su altri fronti. Relativamente agli Aether Drop, il nostro genere non è mai stato molto popolare in Italia, pertanto puntiamo all’Europa Centrale.

Il disco che avete in macchina in questo momento.

ML: Snarky Puppy – “We like it here”.

RP: Non ho autoradio attualmente.

Il pezzo che quando passa per radio cambiate stazione.

ML: Il brano de Il Volo che ha vinto Sanremo…Loro bravi ma il pezzo non brilla per bellezza compositiva.

RP: Un qualsiasi pezzo di Arisa.

Per info: https://it-it.facebook.com/AetherDrop

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